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Roma, quanta ricchezza. È Zaniolo l'altra Joya di Mourinho: «Una potenza»

L’attacco giallorosso è abbondante e ha talento, ma Mou chiede più cattiveria

Roma, quanta ricchezza. È Zaniolo l'altra Joya di Mourinho: «Una potenza»
Roma, quanta ricchezza. È Zaniolo l'altra Joya di Mourinho: «Una potenza»
di Alessandro Angeloni
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 17 Settembre 2022, 09:10 - Ultimo agg. : 14:23
4 Minuti di Lettura

Un piccola terra dell'abbondanza, dalla trequarti in su: Lorenzo Pellegrini, Paulo Dybala, Nicolò Zaniolo, Tammy Abraham, Andrea Belotti, Eldor Shomurodov e Stephan El Shaarawy, che per ora è assente e lo rivedremo dopo la sosta per le Nazionali. C'è tutto in questi ragazzi: talento, esperienza, tecnica, forza fisica, intercambiabilità. Ascoltando Mourinho, e lo suggeriscono anche i numeri, manca la cattiveria sotto porta: la Roma concretizza meno di quanto dovrebbe e potrebbe. La malattia del tocchetto, prendendo spunto da una definizione dello Special, per ora ha preso il sopravvento e i gol si contano col contagocce. Delle prime otto della classifica, la Roma, con otto reti, è quella che segna meno, almeno in campionato (cinque arrivano dalle punte, Dybala tre, e Abraham due). L'exploit con l'Helsinki ha aperto un fronte e ora Mou si aspetta che tutti si sveglino, non solo Dybala, al quale la Roma si è appesa con anima e corpo.

Roma-Helsinki, le pagelle. Zaniolo è un treno e Matic alza la diga


LA DELUSIONE AZZURRA
Belotti, come Pellegrini, si è sbloccato solo in Coppa, Abraham, 27 reti la scorsa stagione, è fermo alla rete di Torino e al bis con l'Empoli e, come detto, Paulo ha firmato una doppietta al Monza, una rete al Castellani e il gol l'altra sera in Europa League. Ci aggiungiamo il timbro ininfluente di Shomurodov in Bulgaria e abbiamo finito. Quello da cui ci si aspetta il salto è Zaniolo, che in campionato ha potuto giocare solo due partite, le prime, per poi fermarsi a causa dei problemi alla spalla. Gli strappi, la forza fisica, l'inventiva negli ultimi sedici metri, sono caratteristiche che fanno la differenza. Uniche. Mou, un giocatore come lui, in rosa, non ce l'ha. Gli altri hanno caratteristiche diverse. Zaniolo deve cominciare a fare la differenza nel numero di gol, contro l'Helsinki, al ritorno dopo i 25 giorni di stop, ci è solo andato vicino. Dopo l'estate travagliata, nella quale Mourinho ha temuto di perderlo, Nico si è fatto trovare in tiro e ora aspetta che gli si spalanchi il futuro, non solo nella Roma, ma pure in Nazionale che lo ha escluso per gli impegni di Nations League del 23 contro l'Inghilterra e del 26 in Ungheria, ultimi impegni prima del Mondiale che l'Italia non giocherà. Le presenze di Nicolò in Nazionale sono sempre state a singhiozzo per vari motivi e ora è anche reduce da un infortunio e questa, a quanto trapela da Trigoria, non è una scelta condivisa ma solo di Mancini. Lui sarebbe andato, ma per Mou, forse, è meglio così. Per ora c'è solo la Roma: il suo procuratore è in continuo contatto con Pinto, si lavora per un rinnovo a cifre da big. Un contratto complicato, ma per tanti, la schiarita è vicina, quasi scontata. Del resto, anche lui ha dichiarato che vuole continuare a vincere con la Roma. Domani all'Olimpico c'è l'Atalanta (torna Zalewski), una delle due squadra alle quali lo scorso anno è riuscito a segnare in campionato (l'altra è stata l'Empoli). A Bergamo, lo scorso 18 dicembre, una delle sua migliori prestazioni, che aveva fatto pensare al suo sblocco definitivo. Meglio il rendimento, sotto questo punto di vista, in Conference, dove ha portato a casa sei reti in tutto, compresa la gemma in finale contro il Feyenoord. Mou ha bisogno di quel giocatore lì, capace di strappi di forza, ma pure lui deve aumentare il livello di cattiveria agonistica, per non rendere a salve un reparto che appare completo e ora deve solo saper alzare il livello, nella famosa competitività interna di cui parla Mou.

Zaniolo si prende gli elogi del tecnico dopo che lo scorso anno, qualche volta, lo aveva bacchettato. «È l'unico con potenziale fisico. Sì, ho avuto un po' di paura di perderlo. Non tanta perché il direttore non mi ha mai detto che c'erano delle possibilità. È un ragazzo per bene, mi dicevano che era un disastro come professionista. O erano bugie o lui è cambiato. Mai visto arrivare in ritardo, mai problemi». Domanda: chi glielo aveva detto? Tutto, per ora, sembra essere superato: Nicolò aspetta di discutere il rinnovo del contratto dopo aver sfiorato la cessione in estate. E' entrato in simbiosi con i suoi compagni di reparto, ha legato con Dybala e ha sempre una grande stima per Pellegrini (ieri effusioni dialettiche via social: Nico felice della partita e dei suoi due assist, Lorenzo gli risponde «quanto sei forte» e Zaniolo chiude con «capitano...»), con cui si è confidato pubblicamente durante il ritiro in Portogallo. Nicolò non segna in campionato dalla trasferta di Empoli, dallo scorso 23 gennaio. Pure quella, una partita prima di una sosta. All'Olimpico, sempre in campionato, non si vede un suo gol dal lontano 2 novembre del 2019, Roma-Napoli.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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