«Di recente ho seguito la Supercoppa Europea, a Budapest, nella Puskas Arena - prosegue Luigi De Siervo - sono stati fatti entrare 16 mila tifosi, lo spettacolo era importante e io sono andato per capire come gestivano questi flussi di persone con un protocollo meno severo del nostro, ma comunque hanno potuto gestire un impatto di pubblico importante. Si può fare e lo si deve fare con tutte l'attenzione alle regole. Il 25% di pubblico non è un dogma, ma una percentuale che può salire con il tempo. L'idea della Serie A è questa».
«Abbiamo un interlocutore molto forte come Sky, abbiamo Dazn, che ha dimostrato di credere nell'Italia con un investimento importante. Credo avremo sorprese positive, nonostante il fatto non esista in questo momento una concorrenza forte come avveniva negli anni passati, quando Mediaset concorreva sui diritti tv. Stiamo solleticando - aggiunge - l'interesse di grandi piattaforme internazionali, come Amazon e Netflix, speriamo che il calcio torni al centro del confronto fra tecnologie e piattaforme. Con la creazione di una rete unica, il calcio può divenire elemento attrattivo. Un prodotto, come avviene all'estero, con cui le telefoniche possano arricchire i contenuti».
«Il calcio sta cercando di avere una relazione quotidiana con i propri tifosi - spiega - creando un gruppo di sostenitori che si sentano parte attiva dei club. Se sono sostenibili i contratti contratti dei calciatori? Nessun Paese può intervenire da solo, penso a una riflessione globale con Uefa e Fifa.
La speranza nostra è che si possa continuare a investire sui calciatori, che sono i protagonisti assoluti. Ma dobbiamo investire anche negli stadi, su questo il Parlamento ha fatto un passo avanti. Dobbiamo in tutti i modi affrontare il tema della costruzione e della ristrutturazione rapida degli stadi. Non possiamo restare bloccati di fronte a tematiche di principio. Abbiamo bisogno di grandi teatri, che esaltino le prestazioni dei protagonisti. Senza risparmi non esistono ricavi e senza ricavi non riusciremo a mantenere il nostro calcio a un certo livello».