Pafundi nel segno di Maradona: punizione in stile Pibe de oro

Ha 17 anni il friulano di origini napoletane

Simone Pafundi
Simone Pafundi
di Bruno Majorano
Sabato 10 Giugno 2023, 09:09 - Ultimo agg. 17:53
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Tre passi, impatto con il piede sinistro e palla in rete. Ma sopratutto Italia in finale al Mondiale Under 20 per la prima volta nella sua storia. Mancano 4 minuti al termine della semifinale contro la Corea quando Simone Pafundi mette in sigillo su una partita destinata a rimanere a lungo nella memoria del calcio giovanile italiano. La squadra allenata da ct Nunziata stacca il biglietto per la finale (si gioca domani ore 23 italiane) contro l'Uruguay, l'ultimo passo prima di riuscire a sollevare la coppa. Un colpo alla Maradona - scrivono i media argentini - nello stadio di La Plata che è intitolato al Diez.

Non bisogna andare troppo indietro nel tempo con la memoria per ricordare le parole di Roberto Mancini. «Quando faccio la lista dei convocati metto Pafundi e poi tutti gli altri».

Non male come investitura per un ragazzo nato a marzo 2006, ovvero appena qualche mese prima che l'Italia vincesse il suo ultimo Mondiale, quello in Germania. Pafundi - talentino dell'Udinese - è nato e cresciuto a Monfalcone, in Friuli, ma da una famiglia napoletana emigrata al nord.

Papà Salvatore non ha mai dimenticato le proprie origini e la sua squadra del cuore è ancora quella che indossa la maglia azzurra. A proposito di assonanze cromatiche, l'azzurro della Nazionale è entrato presto in casa Pafundi, perché Simone non ha impiegato troppo a stregare tutti. Merito di piedi deliziosi e una mentalità vincente. È un po' la mascotte del gruppo di Nunziata, lui nato nel 2006 e già protagonista in una squadra fatta di ragazzi di almeno un paio d'anni in più. Ma Simone non ha paura, così come non si monta la testa. È partito per l'Argentina con la consapevolezza di non essere un titolarissimo, motivo per il quale la sua famiglia è rimasta a casa senza seguirlo in questa indimenticabile avventura. Si sentono per telefono ogni giorno, nonostante il fuso, e papà Salvatore ha il cuore pieno di orgoglio. Ha seguito tutte le partite dalla tv e per la finale tornerà a Napoli dove lo aspetta la moglie, per l'ennesima "notte di passione".

Quella arrivata da parte di Mancini è stata una investitura importante, perché ha puntato i riflettori su un ragazzo che fino a quel momento era noto solo nel mondo degli scout a livello giovanile. Per il ct della Nazionale, però, Pafundi ha qualità e caratteristiche tali da renderlo già pronto per il grande salto. Non a caso lo seguono in molti. Il Napoli ha messo gli occhi sul ragazzo già da tempo, quando Giuntoli e il suo staff hanno iniziato ad attenzionarlo. Nessun contatto ufficiale, solo un interesse che al momento è rimasto tale. Anche perché quella dell'Udinese è una bottega particolarmente cara alla quale anche solo accostarsi è molto costoso. Nell'ultima stagione Sottil lo ha utilizzato con il contagocce: appena 8 presenze.

Ma quello allestito da Nunziata è un gruppo all'insegna del talento. A portare la bandiera è Cesare Casadei, capocannoniere dell'Italia e del torneo con 7 reti. Ha segnato anche in semifinale, confermandosi leader tecnico e realizzativo. Con lui hanno già brillato Francesco Pio Esposito (fratello di Salvatore, centrocampista dello Spezia e Sebastiano, attaccante del Bari) e Giuseppe Ambrosino, entrambi «figli di Napoli». L'attaccante del Napoli è reduce da una stagione di alti e bassi con i prestiti in B con Como e Cittadella, mentre il baby bomber della Primavera dell'Inter è stato protagonista nel campionato giovanile dei pari età. Tra i napoletani in Argentina anche Alessandro Fontanarosa (difensore dell'Inter).

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