Suarez, nelle telefonate spunta
il nome di Paratici: rischia la Juve

Suarez, nelle telefonate spunta il nome di Paratici: rischia la Juve
di Valentina Errante
Giovedì 24 Settembre 2020, 07:27 - Ultimo agg. 13:22
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ROMA La richiesta di far passare l'esame al calciatore Luis Suarez, perché, grazie alla certificazione della conoscenza della lingua italiana, potesse ottenere la cittadinanza ed entrare nella scuderia della Juve, arrivava da Fabio Paratici, il Chief Football Officer bianconero. Anche se non direttamente. Almeno secondo le conversazioni agli atti della procura di Perugia. «È più importante di Mattarella», «Guarda che si è interessato paratici». commentava uno degli intercettati A fare da tramite, tra Paratici e i vertici dell'Università per stranieri di Perugia, che si sarebbero prodigati per quell'«esame farsa» e per assicurare una promozione all'attaccante, sarebbe stato il rettore della Statale della città umbra, «Tu sai che ho buoni rapporti con la dirigenza della Juventus. Dobbiamo aiutare il nostro centravantiR», diceva Maurizio Oliviero, tifosissimo della Juve, al direttore generale dell'Università per stranieri Simone Olivieri, ora indagato per corruzione. E il suggerimento non cadeva nel vuoto visto che la docente Stefania Spina, che avrebbe aiutato il calciatore commentava: «Con lui vinciamo la Champions League». L'inchiesta, aperta dal procuratore Raffaele Cantone, per falso, rivelazione del segreto d'ufficio e corruzione, che vede indagati i vertici dell'Ateneo umbro e i docenti che dovevano esaminare l'attaccante e avevano già predisposto e trasmesso i test al calciatore, è ancora agli esordi e sarebbe nata da un'indagine su un buco nel bilancio dell'Ateneo.

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Adesso, oltre alle conversazioni intercettate, a confermare che i contatti diretti tra la Juve e l'Ateneo, all'indomani di quell'intercettazione in cui assicura altri clienti stranieri all'Università, è stata ieri l'avvocato Maria Turco, legale dello studio Chiappero (quello che da sempre assiste la Juventus), che ha curato la pratica Suarez. Turco ha chiarito che lei si è limitata a mettere in contatto lo staff di Suarez con l'università e di non avere neppure conosciuto il giocatore uruguaiano. E soprattutto i vertici dell'Università per stranieri ipotizzavano i futuri vantaggi che la promozione di Suarez avrebbe comportato, tanto da essere indagati per corruzione.

LA PROCURA FEDERALE
L'entrata, in scena, anche se non diretta, del direttore sportivo, rischia di diventare una vera grana per la Juventus. Ieri la procura federale di Giuseppe Chiné ha aperto un'inchiesta per chiarire la posizione del club sulla vicenda e ha chiesto le carte alla procura di Perugia. Se dagli atti emergesse un coinvolgimento pieno anche la squadra rischierebbe una penalizzazione o una pesante ammenda.

LA CORRUZIONE
Quell'esame farsa (Suarez, dicevano i docenti, non spiccica una parola di italiano e coniuga i verbi all'infinito) secondo le ipotesi dei pm, nelle intenzioni dei vertici dell'Ateneo avrebbe assicurato delle utilità. Ossia altri clienti illustri. Al momento non ci sono contestazioni per Paratici, mentre la corruzione viene contestata a Grego Bolli e al direttore generale dell'ateneo, Simone Olivieri, che al telefono parlavano di quel business, certi che da quel primo contatto con il club torinese sarebbero arrivati altri clienti: futuri vantaggi per l'università con altri studenti importanti e redditi milionari. Poco importa se non parlassero neppure l'italiano.

LE EMAIL
Erano destinate a Paratici le email da parte dei vertici dell'Università come chiarisce lo stesso avvocato Turco, «Nelle mie funzioni di legale - ha dichiarato l'avvocato - ho messo in contatto lo staff del calciatore Luis Suarez con l'Università per Stranieri di Perugia. Tale contatto faceva seguito alla verifica dei requisiti necessari per l'ottenimento della cittadinanza italiana». E precisa: «Quest'attività di contatto è riscontrata nelle mail intercorse tra l'entourage del calciatore e l'ente universitario, nelle quali, per pura cortesia, la sottoscritta è in copia conoscenza ma non destinataria». Materiale che adesso è all'esame della Guardia di Finanza, spedita da Cantone a sequestrare telefoni e computer all'Università per stranieri di Perugia. I militari dovranno verificare se emergano altri dettagli sull'esame farsa e su quel trattamento di favore riservato a «quello che guadagno 10 milioni di euro», come dicevano i docenti nelle intercettazioni.
 
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