Superlega, Roma e Lazio lealiste (e attente alla classifica)

Superlega, Roma e Lazio lealiste (e attente alla classifica)
Superlega, Roma e Lazio lealiste (e attente alla classifica)
di Alberto Abbate e Gianluca Lengua
Martedì 20 Aprile 2021, 07:23
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Caput mundi, ma non certo del pallone. In silenzio, al fianco della Uefa, Roma e Lazio attendono gli sviluppi della nascita della Superlega e le prossime mosse di Inter, Milan e Juve, coinvolte nella fondazione. Da tempo si sapeva tutto nella Capitale, ma ora l'imperativo è non farsi trascinare dall'irritazione e aspettare. In teoria, se la Figc dovesse confermare l'esclusione dalla Serie A delle tre italiane, le romane potrebbero pure guardare all'aspetto positivo della separazione: dopo 20 anni sarebbe molto più semplice tornare finalmente a vincere un tricolore, tra l'altro cucito a testa nella storia appena tre volte (non ancora riconosciuto quello del 1915 biancoceleste).

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In futuro o subito, sarebbe persino più agevole qualificarsi in Champions e arrivare sempre più in fondo alle coppe europee. Ma con quale gusto e con quali prospettive economiche? A nessuno piace vincere facile, ma soprattutto restare a guardare l'élite del calcio mondiale. Fuori dalla Superlega, rischiano di restare le briciole.
VERSO LA FINALE
La Roma non commenta ufficialmente la nuova manifestazione, ma trapela scetticismo.

Il presidente Dan Friedkin ha preferito non uscire allo scoperto, anche se i dirigenti della società hanno rinnovato la fedeltà alla Uefa e al suo presidente Ceferin. Il club giallorosso, dunque, continuerà a giocare le coppe europee ben consapevole che qualcosa vada cambiato in termini di organizzazione e guadagni, ma l'obiettivo è quello di modificare e migliorare il sistema dall'interno e non con un atto di forza, che metterebbe in ginocchio l'intero sistema calcio. Anche perché se la Uefa, come sembra, darà seguito agli annunci di ieri in cui ha minacciato di escludere tutti i club che prenderanno parte alla Superlega dalle Coppe internazionali (nelle prossime ore la mozione per espellerli formalmente), potrebbero esserci dei clamorosi ribaltamenti di fronte.

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Il Manchester United, infatti, facendo parte dei club fondatori e prossimo avversario della Roma, sarebbe escluso dall'Europa League e permetterebbe ai giallorossi di volare direttamente in finale dove affronterà il Villarreal (anche loro andrebbero in finale perché avversari dell'Arsenal). Non solo, se anche la Lega di A dovesse squalificare le società di Superlega (Juventus, Milan e Inter), la Roma si troverebbe al quarto posto e, dunque, direttamente in Champions (sempre se non si faccia raggiungere dal Sassuolo). Ipotesi remote? Forse sì, ma i tifosi intanto hanno cominciato a sognare il primo trofeo dal 2008, quello che non è arrivato durante la presidenza Pallotta: «La Superlega è un male per il calcio», ha twittato l'ex presidente della Roma.
STRATEGICO SILENZIO
Non si sente usato da Agnelli, ma Lotito trattiene la rabbia e rimane in rigorosa e forse strategica attesa. Si cela dietro la squalifica sul caso tamponi e dice di non voler prendere posizione alcuna. Anche se in realtà nel 2019, agli albori del progetto, l'aveva già espressa: «Sarebbe una competizione legata solo al business, che non rappresenterebbe la passione dei tifosi, privati della possibilità e del sogno di conseguire grandi risultati.

Si toglierebbe al calcio la sua vera anima. Dobbiamo invece mettere chiunque nelle condizioni di concorrere per un risultato. La rappresentanza ha un problema di consenso, non esiste che un club ricco conti di più e ogni società deve avere le stesse opportunità, non esiste che un club ricco conti di più». Per questo, durante una riunione dell'Europan Leagues, il presidente della Lazio aveva suggerito una cabina di regia tra società e Leghe per dialogare con la Uefa. Doveva farlo l'Eca, ma sono usciti i 12 club più forti del vaso di Pandora. Pure Tare è terrorizzato dalla nascita della Superlega, Luis Alberto ha preso la posizione dell'amico del Psg Ander Herrera: «Mi sono innamorato di un calcio popolare, dei tifosi, del sogno di poter vedere il club del mio cuore competere con i più grandi. Con questa Superlega europea uccidiamo i tifosi, la loro illusione e quella dei club meno grandi di poter competere con i più potenti. Uccidiamo il calcio! No alla Superlega europea». Morale della favola.

 

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