Superlega flash, Juve ultima italiana:
«Anche ora perde in finale»

Superlega flash, Juve ultima italiana: «Anche ora perde in finale»
di Delia Paciello
Giovedì 22 Aprile 2021, 21:49
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Superlega, il torneo più veloce della storia del calcio. Qualche tifoso ne ha scritto la definizione precisa: «La Superlega 2021 è un trofeo straordinario durato 48 ore. Vi hanno preso parte le 15 migliori squadre, poi 12, poi 6, poi 4, poi è rimasta solo la Juve, che però ha perso in finale». Insomma nato alla mezzanotte di lunedì 20 aprile, il mercoledì successivo è già arrivato alla fine dopo aver scatenato una bufera senza precedenti fra i tifosi di tutta Europa, e non solo. «Ci tolgono la passione per questo sport, ci levano la gioia per le competizioni, l’entusiasmo, solo per favorire i loro interessi. Questo non è il calcio che meritiamo»; «Prima si indebitano per vincere i trofei, poi li vincono, intascano, e quella volta che non riescono a vincere poi rischiano la banca rotta e vogliono creare un calcio d’élite che a noi non piace», è il parere di molti sul web. E mentre in tutta Europa si alzava la voce della ribellione, solo a Torino, fra i tifosi bianconeri, pareva vincere la voce del sì. Seppur di poco. «Se restano solo loro finalmente possono vincere un trofeo europeo»; «E ti pareva, se è per questo quelli conteggiano fieramente fra i trofei pure lo scudetto di calciopoli, ora aspettano che rinuncino le altre squadre per annunciarsi vincitori della Superlega»; «Quelli quest’anno non vincono nulla, rischiano il fallimento e dovevano inventarsi qualcosa da vincere da soli», pungono tutti gli antijuventini. E ad esprimersi contro non solo gran parte dei tifosi di tutto il mondo, ma anche tanti grandi nomi del mondo del calcio internazionale. 

 

Mentre i tifosi della Roma si dicono fieri della posizione ufficiale del club giallorosso, il primo ad essersi esposto apertamente contro questa strana rivoluzione del calcio che esclude la meritocrazia e i valori dello sport, i tifosi del Napoli non hanno ben chiara la posizione del loro presidente: da tempo parlava di Superlega, di un nuovo calcio europeo, ma probabilmente strutturato diversamente da quanto fatto dai maggiori club del momento che pare abbiano snobbato proprio De Laurentiis, non invitandolo al tavolo dei fondatori. Poi le voci sull’entrata nel progetto in modo marginale, il tweet di smentita. E tanti dubbi fra i tifosi azzurri. Qualcuno a dire il vero già coglieva l’aspetto positivo: «Magari senza Juve, Milan e Inter ci poteva essere un campionato più aperto, e vuoi vedere che potevamo vincere noi persino la Champions», è l’ironia social di chi vede il bicchiere mezzo pieno. 

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E alla fine colpo di stato fallito, la Uefa e la Fifa continuano con la loro storia e le competizioni che da sempre appassionano i tifosi, che comunque un cambiamento tanti lo vorrebbero vedere: un calcio più pulito, più competitivo, dove il sogno vissuto ad esempio dal Leicester può diventare realtà anche per altri club meritevoli. Dove i soldi non sono la priorità, ma è la passione a guidare il calcio. Oltre i diritti televisivi e lo strapotere dei pochi. Quasi un tornare all’origine. In fondo è questa la vera rivoluzione che chiedono in tanti. E resta un dubbio: tutto rientrato, ok. Ma ci saranno delle sanzioni per i club fondatori della Supercoppa? Pare proprio di no, almeno per ora.

E allora tutto bene quel che finisce bene?

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