L’Aia ha di nuovo scelto la Rai per chiarire qual è il vento che ora spira in via Campania. Un vento di novità, di apertura ma al tempo stesso anche di chiusura. Apertura verso la comunicazione, con un dialogo franco in presa diretta a Dribbling, sabato scorso, del suo presidente, Alfredo Trentalange; di chiusura, verso l’utilizzo del Var, secondo quelli che sono i dettami “imposti” dall’Europa. È stato ancora il numero uno dell’Aia a spiegare che le on field review mancate in queste ultime settimane rappresentano una vera e propria frenata. Chiesta (espressamente?) dall’Uefa che nelle coppe europee il Var lo usa davvero con in contagocce. Un pò come accade in Inghilterra, dove agli arbitri arrivano le valutazioni dei colleghi davanti al video, senza che chi sta in campo vada davanti al televisore a bordo campo. Ieri, però, questa nuova linea di condotta ha suscitato parecchi dubbi nella decisione assunta da Abisso, che non ha sanzionato un fallo di Foulon su Chiesa che, rivisto in televisione, è apparso da rigore.
Il Var Banti, che pure è uno “specialista” si p ben guardato dall’invitare il collega alla review, sbagliando perché i contorni del chiaro ed evidente errore sembrano esserci tutti.