Zaniolo e il Milan, vicolo cieco: Pioli lo aspetta per uscire dalla crisi ma le parti sono distanti

Continua il braccio di ferro con la Roma per l’arrivo di Nicolò

Zaniolo e il Milan, vicolo cieco: Pioli lo aspetta per uscire dalla crisi ma le parti sono distanti
Zaniolo e il Milan, vicolo cieco: Pioli lo aspetta per uscire dalla crisi ma le parti sono distanti
di Stefano Carina
Giovedì 26 Gennaio 2023, 08:15 - Ultimo agg. 08:19
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Persi, smarriti, inermi. Se la vita realmente fosse fatta ad incastri, mai come in questo momento Zaniolo e il Milan potrebbero venirsi incontro. Uno sembra avere bisogno dell'altro. Da un lato c'è Pioli che, disinnescata l'arma Leao alle prese anche lui con un rinnovo a dir poco difficoltoso e tornato dal mondiale controfigura del calciatore ammirato sino a novembre, presenta sempre il solito Milan: svogliato, prevedibile, falcidiato dagli infortuni. Dall'altra parte Nicolò, alle prese con i suoi mal di pancia e volontà disattese, aspettando un segnale. Che arrivi dalla Premier (Tottenham o Brighton), bene. Se poi c'è il Milan, com'era nei suoi propositi originari già in estate, ancora meglio. La strategia, fino a pochi giorni fa incomprensibile del ragazzo e di chi lo segue, è finalmente chiara. Provare l'all-in in Italia con una manovra che coinvolga non solo le esigenze economiche della Roma ma anche il pressing mediatico che un club come quello rossonero inevitabilmente esercita per blasone. Lo stallo però vige sovrano.

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A Trigoria continuano a ribadire no al prestito con obbligo condizionato alla qualificazione in Champions mentre a Milanello lo subordinano alla qualificazione tra le prime 4. Chissà se entro lunedì o martedì le cose non possano cambiare. Quello che non cambia, per ora, è la distanza tra i club anche se l'ex ds giallorosso Massara è pronto in queste ore ad alzare la proposta a 23 milioni, inclusi bonus e dilazione nei pagamenti. Dieci, dodici milioni in meno rispetto a quanto Pinto aveva intenzione di guadagnarci in questa sessione. La metà o forse più, della valutazione che il gm portoghese dava quest'estate. Ma se si può fare un passo indietro nelle convinzioni di non cedere se non con l'obbligo Viña, accasatosi in prestito con diritto di riscatto (1+15) al Bournemouth, ed è possibile che si possa alla fine bissare l'eccezione anche per Shomurodov (l'uzbeko prossimo a decidere tra Spezia e Cremonese, più defilato il Leverkusen) e forse Karsdorp (Feyenoord, Fulham e Southampon), diverso il discorso per Zaniolo.

Su Nicolò ci si gioca tanto, anche a livello di prestigio. Venderlo in Italia ad una diretta concorrente per la Champions, a 23-25 milioni, diluiti nel tempo, comprensivi di bonus e sapendo che il 15% di questi (3,45-3,75) andranno all'Inter, sarebbe un colpo basso per l'immagine della Roma e del dirigente lusitano. Poi perso Zaniolo e magari sostituito con Ziyech in molti, tra i tifosi, non ci farebbero più caso. Non sarebbe invece la stessa per i conti del club. Nicolò attualmente guadagna ancora 2,2 milioni mentre il marocchino viaggia sui 6,5 che anche decurtati della metà per il Decreto Crescita, almeno sino a giugno andrebbero pagati al lordo per la parte che rimane.

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CONTI DA SISTEMARE
Non un aspetto secondario, visto che recentemente sono stati inseriti nella lista Uefa anche Solbakken e Wijnaldum. Tradotto: eventualmente, trovando la quadra per Nicolò, per acquistare il marocchino bisognerebbe cedere anche gli esuberi. Viña è andato, mancano Shomurodov e Karsdorp. Discorsi al momento futuribili. Il piatto forte rimane Zaniolo e il suo futuro. Che nella Roma, anche qualora dovesse restare, vede dalla sua prospettiva il campo in salita. Mourinho ha trovato un'identità tattica con la coppia Abraham-Dybala, difficile da scalfire. Più semplice sarebbe rilanciarsi con Pioli in quel 4-2-3-1 che da sempre viene ritenuto da Nicolò il modulo migliore per esprimere il suo potenziale. Al 31 gennaio manca poco. Non resta che attendere.
 

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