Ferrari: al posto di Camelleri, Elkann
potrebbe “promuovere” Manley

Michael Manley, attuale Ceo di Fca, potrebbe guidare la Ferrari
Michael Manley, attuale Ceo di Fca, potrebbe guidare la Ferrari
di Giorgio Ursicino
Sabato 12 Dicembre 2020, 10:56 - Ultimo agg. 16 Dicembre, 21:53
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Potrebbe essere Michael Manley il successore di Louis Camilleri al timone del Cavallino, il brand automobilistico più affascinante del pianeta. È sempre un evento, anche mediatico, quando cambia il condottiero. Da quando l’ingegner Ferrari passò lo scettro agli Agnelli, fino al burrascoso cambio di testimone fra Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne nell’autunno 2014. Questa volta non ci sono parole infuocate, perlomeno non da parte del presidente John Elkann, che ha riconosciuto a Camilleri stima e riconoscenza smisurata. Il cambio è però traumatico, ad «effetto immediato per motivi personali», che lascia momentaneamente Maranello senza amministratore delegato: il nipote dell’Avvocato, in un momento coinvolgente come questo, avrebbe fatto volentieri a meno di altre deleghe che gli sono piovute addosso con l’interim.

Un fulmine a ciel sereno su un’azienda senza alcun problema apparente, che nelle ultime settimane ha visto il titolo in costante crescita fino a toccare 180 euro per un valore di quasi 35 miliardi. Una fortuna. Il 20% in più rispetto all’inizio dell’anno, ben oltre il 50% dal periodo del lockdown. E adesso questa uscita improvvisa. Il punto è che in ballo non c’è un volante qualsiasi, la Ferrari è la Ferrari e mai come ora viene considerata un’eccellenza globale. Una riunione del cda già prevista per la prossima settimana potrebbe ufficializzare il nome del successore che il board sta già vagliando. L’impressione netta, però, è che una decisione del genere spetti a John Elkann in persona, presidente di tutte le realtà più importanti controllate dalla famiglia, nonché rappresentante di spicco dell’azionista.

Una scelta che il manager-imprenditore avrebbe già fatto e che potrebbe aver turbato l’idillio nella precedente coppia al comando sfociando nelle dimissioni in tronco. Qui si apre il nuovo scenario. Ferrari è la società a maggior capitalizzazione fra quelle controllate da Exor. Forse la più importante. Sicuramente la più ambita. E fra qualche settimana gli orizzonti del gruppo Exor cambieranno radicalmente. La holding diventerà il primo azionista di Stellantis, un colosso da 9 milioni di veicoli l’anno (di cui Elkann sarà presidente) che nascerà dalla fusione fra Fca e Psa la cui guida operativa è stata affidata, già dagli accordi preliminari, a Carlos Tavares, l’attuale ceo dei francesi.

Di una newco di cui si conosce ormai il nome, il logo, i top manager e i componenti del board, nulla è ancora trapelato sul futuro ruolo del ceo della parte italo-americana.

Cosa farà Manley nel nuovo scenario? Il fidato Mike ha detto che resterà nell’azienda che «sente sua». Ma mica facile tornare ad essere uno del gruppo dopo aver ricoperto il ruolo di capo assoluto, ottenuto eccellenti risultati ed aver preso la redini della società all’improvvisa morte di Marchionne senza farla sbandare. In questi due anni e mezzo Manley ha fatto un lavoro ottimo, gestito l’operatività quotidiana supportando Elkann nella ricerca del partner e nelle trattative di fusione.

Tutte cose che il presidente sa benissimo e che potrebbe concretizzare in una “promozione” evitando il downgrading. E poi, per quanto Tavares sia bravo, è sicuramente un leader che lascia poco spazio ai collaboratori. Manley alla Ferrari potrebbe essere la mossa giusta. Per il manager e per l’azienda. Ha una decina di anni meno di Camilleri, ha lavorato sempre nell’auto, guidato una multinazionale e dimostrato di avere anche l’istinto del capobranco. Ferrari attualmente vale più o meno come Stellantis (la somma di Fca più Psa) e Manley sarebbe il ceo, mica un manager qualsiasi.

Per Exor vorrebbe dire affidare il suo bene più prezioso al manager più capace. Due piccioni con una fava, la quadratura del cerchio. Tutti gli altri nomi che circolano per sedersi sulla poltrona che fu di Camilleri non hanno lo spessore e la competenza paragonabile. In più, un uomo con l’energia di Manley, concentrato sull’argomento, potrebbe finalmente dare la linea per tornare a vincere in Formula 1. Ieri i mercati hanno confermato che il titolo Ferrari incassa tutto, anche le dimissioni del ceo: l’azione, dopo aver ripiegato, ha chiuso in attivo.

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