Da Tokyo a Mykonos, l'argento Curatoli
si riprende dalle fatiche delle Olimpiadi

Luca Curatoli
Luca Curatoli
di Diego Scarpitti
Sabato 31 Luglio 2021, 22:26
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Modalità vacanza. Sbarca e riparte, senza perdere tempo. Dal Giappone alla Grecia, dalla 32esima edizione dei Giochi Olimpici alla madrepatria dei cinque cerchi. «A Fiumicino ho ricevuto la bella sorpresa di mio fratello e maestro Leonardo Caserta e la mia ragazza Nancy», riferisce soddisfatto Luca Curatoli, vicecampione olimpico nella sciabola. Medaglia d’argento al collo e sorrisi a profusione. «Ammetto di sentirmi scombussolato. Ancora non ho realizzato. Negli ultimi giorni non ho dormito affatto tra emozioni, messaggi e viaggio. Sono molto contento», dichiara il napoletano delle Fiamme Oro.

 

Debutto da incorniciare. «Bellissima emozione, la prima medaglia olimpica non si scorda mai. E’ stato un grande riscatto dopo la gara individuale», racconta Curatoli. Non si è lasciato abbattere dall’infortunio alla caviglia sinistra né si è scoraggiato dopo la prematura uscita nella prova individuale. Lo stop nel tabellone dei 32, sconfitto dal rumeno Iulian Teodosiu (15-13), non ha minato le certezze dello sciabolatore partenopeo, neppure la fiducia nel suo talento. «Non mi aspettavo di uscire, ero carico la mattina», confessa sincero. «Trasferta nata un po’ male. Il secondo giorno ad Oita ho rimediato una storta alla caviglia sinistra. C’è stato il rischio di non disputare la gara, poi il graduale miglioramento, anche se avevo perso le sensazioni di assalto. Avrei potuto vincere quel match, perché ero molto sopra nel punteggio. E’ stato un inconveniente che non ci voleva», osserva.

L’infortunio avrebbe potuto compromettere la sua permanenza all’ombra del Fuji. Non è mancato «Il risveglio della Forza» per il Luke Skywalker della sciabola napoletana. Sulle note della colonna sonora di Star Wars la presentazione della finale al Makuhari Messe Hall B. I soliti due scatti per salire le scale. «Quello è un rito che faccio sempre prima di salire in pedana», ricorda. Prende l’iniziativa contro il sudcoreano Kim ma spezza la lama. Chiuderà con un perentorio parziale di 5-0 nella nona e ultima frazione contro Oh Sanguk (il cognome precede il nome), oro nella sciabola individuale e nella sciabola a squadre alle Universiadi 2019. «Il mio ruolo è quello di chiudere gli assalti, per due volte su tre mi è andata bene e quindi il bilancio è positivo». 

Apoteosi in semifinale con una meravigliosa prestazione di squadra, che vale il successo sull'Ungheria (45-43). Entusiasta (a dir poco) Curatoli di aver battuto il magiaro Áron Szilágyi (mostro sacro della disciplina), tre volte oro in altrettante edizioni consecutive (Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo 2020) e aver resistito ai suoi assalti. «Momento più emozionante l’ultima stoccata a Szilagy sul 44-43 in mio favore. Ai lati della pedana stampati i cerchi olimpici. Mi sono preso un attimo di tempo prima di mettermi in guardia, li ho fissati e mi sono detto: «E’ la stoccata decisiva dopo 10 anni che inseguo questo sogno e non me lo potevo far scappare. Per fortuna è andata bene». E così è stato. Poi i complimenti di capitan Aldo Montano, Luigi Samele ed Enrico Berrè. A Casa Italia immancabile selfie con Massimiliano Rosolino, in volo con Stefania Pirozzi, infine foto di rito con Alessandro Marinella, che già aveva visto trionfare il campione ai recenti Assoluti al PalaVesuvio. «Andremo insieme a Capri il 20 agosto», conclude Curatoli. Prima Mykonos, irrinunciabile isola dell'Egeo.

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