Elia Viviani portabandiera azzurro:
«Sono i Giochi della ripartenza»

Elia Viviani portabandiera azzurro: «Sono i Giochi della ripartenza»
di Gianluca Cordella
Giovedì 22 Luglio 2021, 08:16
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«Siamo pronti a vivere questi Giochi diversi, ma che sanno di ripartenza per tutto il mondo». Parla da leader navigato, Elia Viviani, e d’altra parte non potrebbe essere diversamente. Il Coni ha scelto lui, a fianco di Jessica Rossi, per far sventolare il tricolore dietro al quale la numerosissima squadra azzurra saluterà l’inizio ufficiale della 32/a Olimpiade. Sul terreno dello Stadio Olimpico dovrà camminare con calma, prima di scatenare tutta la velocità possibile sulla pista dell’Izu Velodrome per andare a bissare l’oro conquistato a Rio, ennesima pagina della gloriosa storia del ciclismo azzurro a cinque cerchi. L’appuntamento è per domani, quando in Italia saranno le 13, mentre i riflettori giapponesi illumineranno la notte di Tokyo. 

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Viviani, mancano poche ore alla sfilata ormai. Riesce a dormire?
«Più ci avviciniamo e più le emozioni diventano forti, è chiaro. Anche se sono molto diverse da quelle provate a Rio. L’impatto emotivo, senza dubbio, sarà fortissimo visto il ruolo di portabandiera, ma dal punto di visto sportivo ci arrivo con molta meno tensione, anche perché ho già al collo l’oro conquistato cinque anni fa. In più so di aver fatto tutto il possibile per presentarmi al via di questo appuntamento al top della condizione. Quindi diciamo che complessivamente le emozioni sono, sì, fortissime, ma al momento ancora sotto controllo». 

Si è abituato al ruolo da portabandiera?
«Portare il tricolore è un sogno, penso ancora di essere un privilegiato perché mica tutti gli atleti possono dire di aver avuto una carriera impreziosita da questo riconoscimento». 

Cos’ha significato per lei?
«Significa essere riconosciuto come un atleta d’esempio, una guida per tutta la squadra azzurra che prenderà parte ai Giochi.

Tanta responsabilità ma devo ammettere che è un ruolo che mi piace molto e che mi godrò fino alla fine. Anche se dopo la cerimonia dovrò concentrarmi subito sulle gare perché punto a vincere il maggior numero possibile di medaglie».  

Appunto: portabandiera, indiziato per uno o più podi... Sicuro che non sente la pressione?
«Ovviamente la pressione c’è ma noi atleti abbiamo bisogno anche di quella. Poi bisogna essere in grado di gestirla al massimo per non esserne sopraffatti. Da portabandiera la sentirò ma, come dicevo prima, quella è più una cosa emotiva. Le aspettative per il bis dell’oro di Rio, invece, di pressione addosso ne mettono. E anche parecchia. Ma non mi spaventa». 

Da Rio a Tokyo, com’è cambiato Elia Viviani?
«Con l’oro brasiliano ho raggiunto uno status fisico e mentale da atleta di alto rango. E questo ovviamente mi ha dato tanto, basta guardare le stagioni su strada del 2018 e del 2019. E poi gareggerò con un gruppo, quello della pista, che è veramente fortissimo, sia al maschile che al femminile, e che può sognare di salire su diversi podi». 

Ieri il softball ha aperto le gare. Nonostante in campo ci fossero le padrone di casa del Giappone si sentivano in sottofondo le cicale…
«Saremo in grado di affrontare questa situazione, non ho dubbi. Ogni atleta di livello è disposto a fare di tutto e di più per centrare una medaglia alle Olimpiadi. Certo le condizioni in cui si gareggerà sono difficili, ma sono quelle che riguardano il mondo intero da un anno e mezzo a questa parte. Siamo pronti a vivere questi Giochi atipici, ma che sanno di ripartenza. È bello pensare che possa essere lo sport a guidare questo rilancio che dal nostro mondo possa poi arrivare a interessare anche l’economia, il turismo, la voglia della gente di viaggiare. Siamo pronti a combattere in pista per tutto questo».

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