Giorgia Bordignon e lo storico argento:
«Il riscatto di uno sport minore»

Giorgia Bordignon e lo storico argento: «Il riscatto di uno sport minore»
di Gianluca Cordella
Mercoledì 28 Luglio 2021, 06:33
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La protagonista che non ti aspetti nello sport che non ti aspetti. L’Italia cresce ancora nel medagliere e ringrazia Giorgia Bordignon e il sollevamento pesi. Entrambi nel magic moment della loro storia. Giorgia, sulle pedane di Tokyo, si mette al collo un argento inaspettato e diventa la prima pesista azzurra di tutti i tempi a salire sul podio. Il suo sport, dopo il bronzo di Mirko Zanni nei 67 chili, torna a vincere due medaglie nella stessa edizione delle Olimpiadi come non accadeva da Melbourne 1956. Il tutto condito – cosa che non guasta mai - da una serie di record superati. La 34enne di Gallarate – in gara nella categoria 64 chili – si è piazzata alle spalle della sola canadese Charron, alzando 232 chili, 104 nello strappo e 128 nello slancio. Tutti primati nazionali. Capelli tenuti su da tre mollette – una rossa, una bianca e una verde – Giorgia ha vinto con la gara perfetta (6 alzate valide su 6) e la forza… dell’incoscienza. Prima di salire in pedana per il tentativo decisivo il direttore tecnico della Nazionale Sebastiano Corbu le si avvicina e la punzecchia. «Dimostrami quante pa… hai». «Non ho voluto sapere quanti chili dovevo sollevare», racconta lei. Il resto è storia di un trionfo. «Ho scoperto di averne alzati 128 solo quando sono scesa e ho incrociato lo sguardo di Pietro», Roca, il tecnico della squadra azzurra. «Adesso sento un peso al collo, ma questo è un peso piacevole», scherza dopo la premiazione. 

Alle seconde Olimpiadi dopo quelle di Rio – nessuna pesista azzurra ha nel curriculum due viaggi ai Giochi – Giorgia raccoglie i frutti di una passione partita da lontano, ma quasi per caso. Da piccola preferiva il nuoto e lo sci, poi si iscrisse al conservatorio inondando la casa di musica.

Forse troppo, al punto che un giorno la madre le propose gentilmente: «Perché non smetti di suonare e vai in palestra?». E così la storia di Giorgia Bordignon musicista muore ancora prima di nascere mentre comincia quella di Giorgia Bordignon pesista. Non una mosca bianca assicura lei: «In Italia il nostro sport sta prendendo sempre più spazio. Ci sono sempre più ragazze che ci si avvicinano, mentre il livello dei ragazzi – che lo praticavano già tanto prima – sta continuando a crescere». Il resto lo ha fatto il giro di vite del Cio per contrastare il doping, tirato in ballo anche dall’altro medagliato Zanni. «Questi risultati ce li meritiamo: dopo anni passati in secondo piano per colpa di questo maledetto doping, ci andiamo a prendere quello che è nostro», dice a Casa Italia citando non si sa quanto di proposito “Gomorra”. 

 

Il problema d’altra parte c’era, se è vero come vero che tra corruzione (mazzette per circa 18 milioni di dollari) e contrasto al doping inesistente (accertati più di 700 casi negli ultimi 20 anni), il Cio è dovuto intervenire per rimuovere dalla presidenza della Federazione internazionale (IWF) l’ungherese Tamàs Ajàn, per tutti “il tiranno”, in sella dal 1975 allo scorso marzo, prima da segretario e poi da presidente. Nel suo board ben otto membri provenienti da Paesi esclusi da Tokyo 2020, in modo totale o parziale, proprio a causa di problemi di doping. «Le cose stanno cambiando – dice l’atleta delle Fiamme Azzurre, che si allena a Valenzano, vicino Bari - Ora vincono le persone che stanno affrontando le loro paure e che se lo meritano pienamente». Come Giorgia che, tempo fa, parlando con Corbu, profetizzò: «Vado a Tokyo e faccio la gara della vita». Detto, fatto.

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