Simone Biles 1- Twisties 0. La campionessa olimpica di Rio 2016 sconfigge gli attimi di blackout mentale che rendono pericolosi i suoi esercizi in aria e si porta a casa un bronzo nella finale della trave. Dopo aver rinunciato alla finale della gara a squadre, dove ha comunque conquistato il secondo gradino del podio a Tokyo 2020, e tutte le altre gare individuali, la statunitense torna in pedana e chiude il suo esercizio con 14.000 punti, dietro solo alle due cinesi Chenchen Guan, oro con 14.633 punti, e Xijing Tang, argento con 14.233.
Simone Biles, parole ed emozioni
Per molti è la più grande ginnasta di sempre, pari merito con Nadia Comaneci. Per tutti, da oggi, è semplicemente Simon Biles. «Alla fine della nostra giornata, non siamo solo spettacolo». Entarteinment, dice nella conferenza stampa alla quale si presenta col bronzo al collo tra due rivali cinesi: se lei fosse stata l'imbattibile regina dell'Artistica di sempre, probabilmente l'avrebbero guardata dal basso in alto.
Ma l'Olimpiade dell'icona dello sport Usa è stata un'altra cosa: una lotta con i «demoni nella testa», uno stillicidio di ritiri gara per gara, e poi il volteggio finale in uscita nella trave, tra gli applausi dei presenti e la stretta di mano del presidente del Cio, Thomas Bach, che a fine esercizio è sceso dalla tribuna a bordo tappeto per complimentarsi. Come dire, l'Olimpiade rende omaggio alla ragazza di Columbus, Texas. Per una volta contano più quegli applausi affettuosi di tutto il resto, dice Biles, che a Tokyo puntava a entrare nel mito avvicinando i nove ori di Larissa Latynina.
«Non pensavo di prenderla, non era quella che volevo: semplicemente, sono salita sulla trave per me stessa, e aver gareggiato per me vale più di qualsiasi cosa al mondo», ha ammesso dichiarandosi felice. Da oggi, è la portavoce di tutti quei campioni che non reggono alla pressione. Ne hanno parlato tanti, dalla grande del tennis, Osaka, alla novità del nuoto azzurro, Burdisso.
E anche così è stato un percorso duro. Di giorno in giorno il Team Usa di ginnastica aggiornava sulle gare dalle quali si ritirava, dopo il clamore dello stop all'esercizio della prova a squadre, e a seguirla c'era lo psicologo al seguito della squadra, con due sedute al giorno. «Se devo dire la verità, la mia Olimpiade è stata uno schifo - l'ammissione - Però l'ultima gara mi ha reso felice: ero un pò preoccupata dal doppio carpiato di uscita, non lo facevo da quando avevo 12 anni». E da oggi è chiaro che Biles non è più una bambina né solo una star. Sipario