Discesa, storica doppietta azzurra: Goggia, miracolo d'argento. Nadia Delago di bronzo

Sofia Goggia
Sofia Goggia
di Gianluca Cordella
Martedì 15 Febbraio 2022, 05:43 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 09:48
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E arriva un momento in cui il prestigio del metallo non fa differenza. Quel momento, per Sofia Goggia, è oggi. La campionessa azzurra vince la sua corsa contro il tempo e la sfortuna e, 23 giorni dopo la terribile caduta di Cortina, incanta nella “sua” discesa olimpica e si mette al collo un argento stupendo. In una giornata resa ancora più clamorosa e perfetta dal bronzo di Nadia Delago (1'32"48), classe 1997, che trova il podio al suo esordio olimpico. Onore alla svizzera Corinne Suter (1'31"87), che riesce a tenere dietro la Valanga Rosa. Ma, non ce ne voglia, le copertine e i titoli oggi non possono che essere per Sofia (1'32"03). Che pure al traguardo, mentre scendono le avversarie, non sembra felice. Il volto impassibile: da campionessa pigliatutto i 16 centesimi che la privano del secondo oro olimpico di fila dopo lo storico titolo di Pyeongchang bruciano da morire. La consapevolezza che, al top, avrebbe messo tutte in fila a mani basse. La controprova purtroppo non ce l'avremo mai ma ciò non toglie che questo argento profuma di impresa. Sua personale e di squadra: mai l'Italia aveva mandato due atlete contemporaneamente sul podio della libera. Ci era riuscita nel 2002 in SuperG con Daniela Ceccarelli, oro, e Karen Putzer, bronzo. Ma in discesa mai. La grandissima prestazione azzurra è completata dal quinto posto di un'ottima Elena Curtoni (1'32"87), partita con il pettorale numero uno e davanti a tutte fino alle discese di Nadia e Sofia. Sì, a un certo punto della gara abbiamo avuto tre azzurre nelle prime tre posizioni. Poi la Suter ha rotto il podio monocromatico. 

Incredibile la prova di Sofia. Partita con il pettorale numero tredici, la campionessa bergamasca è stata chirurgica nelle traiettorie e veloce come al solito. Al traguardo, un occhio al tabellone con i tempi e poi l'urlo liberatorio. Il cuore mimato con le mani a favore di telecamere. Lei ci credeva, con certezza. Nonostante i dubbi e le paure dei giorni scorsi. Per questo quei 13 centesimi presi dalla Suter devono averle dato fastidio. Ma quando, passato qualche minuto, si scioglie in un "Ciao Fans", suo tormentone sui social, riesplodono anche il sorriso e la consapevolezza di aver realizzato davvero qualcosa di poco terreno. Con un ginocchio in quelle condizioni la sola presenza a Pechino era un miracolo. Lei è andata oltre. Si è presa il podio, in due edizioni consecutive dei Giochi come Federica Brignone, con cui continua questo duello a distanza che spinge entrambe sempre oltre i propri limiti e i propri record. 

E che dire di Nadia Delago? Venticinque anni per una donna jet sono pochini.

Ma lei nonostante tutto ha affrontato la sua prima Olimpiade con il piglio della veterana. Nessuno podio in coppa del mondo finora, ma quello dei Giochi sì. Stupende le lacrime di gioia al traguardo e la corsa della sorella Nicol, scesa prima di lei, che si conclude con l'abbraccio nella zona dell'arrivo. Un'altra delle cartoline di questa giornata che l'Italia regala alla storia dello sport. 

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