Tokyo 2020, prime medaglie napoletane:
fanno festa i canottieri, Testa e Curatoli

Tokyo 2020, prime medaglie napoletane: fanno festa i canottieri, Testa e Curatoli
di Diego Scarpitti
Mercoledì 28 Luglio 2021, 18:40 - Ultimo agg. 29 Luglio, 08:16
5 Minuti di Lettura

Alimentano il medagliere e rafforzano il sogno olimpico. (Canta) Napoli sempre sul podio con i suoi magnifici interpreti. In acqua, sul ring e in pedana. Nottata da incorniciare per i cavalieri azzurri dell’Italremo, così come per la Butterfly (non la Madama di Giacomo Puccini), mattinata intensa per lo scatenato sciabolatore. Dal Vesuvio al Fuji, al traguardo e a bersaglio. Stanchi, stremati ma sorridenti e felici.

Sea Forest Waterway. Due finanzieri e altrettanti poliziotti, nonchè due ex atleti della Canottieri Napoli firmano l’impresa. I campioni del mondo di Aiguebelette 2015 si ritrovano incredibilmente insieme e si piazzano sul podio, con pieno merito. Più forti delle avversità (Covid-19) e degli imprevisti (forte vento e collisione sfiorata), Giuseppe Vicino (1993-Fiamme Gialle-Circolo del Remo e della Vela Italia), Matteo Lodo (1994-Fiamme Gialle), Marco Di Costanzo (1992-Fiamme Oro) e Matteo Castaldo (1985-Fiamme Oro-RYCC Savoia) mettono al collo un bronzo pesante. Quattro senza privato all’ultimo momento di Bruno Rosetti (risultato positivo) e sostituito dal «re dei Quartieri Spagnoli», capovoga del due senza. 

Equipaggio compatto, tanto da attivare un pressing asfissiante negli ultimi 200 metri. I canottieri non si lasciano turbare minimamente dalla manovra scellerata della Gran Bretagna e chiudono alle spalle di Australia (84 centesimi di distacco) e Romania (47). «A Di Costanzo ho detto che dovevamo andare a prenderci la medaglia. Lo abbiamo fatto, e poteva andare meglio, così come poteva andare anche peggio. Abbiamo vinto contro il Covid, e non solo. Gli ultimi 200 metri sono stati stupendi ed è arrivato questo bronzo straordinario per il nostro percorso», afferma il capovoga Vicino. «Un abbraccio va a Bruno, e un altro ancora più grande a Giovanni Abagnale. Probabilmente ho qualche santo in Paradiso, sono un predestinato, si vede che dovevo avere questa occasione. Grandi emozioni: ho mantenuto la freddezza necessaria, eccitato all’idea di salire in barca con questi ragazzi straordinari», racconta Di Costanzo. «Non c’era niente che potesse buttarci giù dal podio, dovevamo solo giocarci il colore della medaglia. Alla fine il colore è quello del bronzo per via della collisione con la Gran Bretagna, ma sono contento così.

Sento di aver preso il 100% di ciò per il quale ho sudato negli ultimi anni», argomenta il numero tre.

«C’è un po’ di rammarico, eravamo secondi e potevamo anche andare a prendere l’Australia». Poi c’è stata l’invasione degli inglesi. A pensare come si erano messe le cose, mi ritengo soddisfatto, ma poteva andare meglio», sottolinea Castaldo, il più grande dell’armo italico. «Però ci siamo presi questa medaglia con le palle, ci volevano quelle per arrivare a un tale risultato, dopo che tre ore prima tutto era stato stravolto. Questa bellissima medaglia appartiene alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli: loro mi hanno permesso di essere qui», conclude il numero quattro. 

 

Kokugikan Arena. Nella Storia la concittadina di Ciro Immobile. Spavalda e sfrontata, Irma Testa (57 kg-1997-Fiamme Oro) riscatta Rio 2016 e si assicura almeno il bronzo, in attesa di disputare la semifinale sabato 31 luglio contro la filippina Nesthy Petecio. Nei pesi piuma la boxeur di Torre Annunziata iscrive il suo nome nella gloria eterna: prima pugile azzurra a medaglia in un’Olimpiade. Archiviata la pratica con la canadese Caroline Veyre (5-0/foto Fabio Bozzani/FPI).

Makuhari Messe All B. Cerchi bianchi, sfondo rosso della bandiera. Corsa e rincorsa. Tre frazioni (1-5-9), apre e chiude con 12 stoccate a segno. Si laurea vicecampione olimpico Luca Curatoli (1994-Fiamme Oro), che mette in bacheca il prezioso argento nella prova a squadre. Quartetto che diventa terzetto con l’infortunio del foggiano Luigi Samele (nelle foto di Augusto Bizzi). Capitano Aldo Montano (alla quinta Olimpiade) ed Enrico Berrè. Prevale la Corea del Sud (45-26), dopo aver battuto l’Iran all’ultima stoccata (45-44) e l’Ungheria in semifinale (45-43). 

Esprime soddisfazione Leo Caserta, fratello e allenatore di Luca Curatoli. «Bellissimo riscatto dopo la deludente prova individuale. Sicuramente ha influito l'infortunio alla caviglia, patito a Oita. Quadriennio pazzesco degli azzurri, sempre sul podio. Ringrazio il gruppo di lavoro di Luca: il preparatore Roberto de Cesare, i compagni di Nazionale, Giovanni Repetti e Dario Cavaliere, la società Champ e il club Scherma Napoli presso cui ci alleniamo senza dimenticare lo staff medico, che ha messo in piedi Luca a tempi di record».  

E arriva il messaggio di complimenti del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. «Lo sciabolatore d’argento Luca Curatoli e i tre canottieri di bronzo Marco Di Costanzo, Matteo Castaldo e Giuseppe Vicino sono le prime medaglie targate Napoli dell’Olimpiade di Tokyo. A loro, ai loro allenatori va il plauso e il ringraziamento della Città per i tanti mesi di fatica e di sudore che oggi sono stati ripagati con le loro imprese. Bravi e grazie ragazzi!».

© RIPRODUZIONE RISERVATA