Valentina Vezzali e il vaccino agli atleti:
«Non sono furbetti, onorano l’Italia»

Valentina Vezzali: «Subito il vaccino ai nostri campioni, onorano l’Italia»
Valentina Vezzali: «Subito il vaccino ai nostri campioni, onorano l’Italia»
di Emiliano Bernardini
Giovedì 15 Aprile 2021, 07:00
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«Sì ai vaccini per gli atleti che andranno alle Olimpiadi di Tokyo». La strada, come sottolinea la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, è stata già tracciata e da tempo. Governo, Coni e Comitato paralimpico lavorano a braccetto per immunizzare gli azzurri che dal 23 luglio all’8 agosto prenderanno parte ai Giochi. Quella di vaccinare gli atleti è una querelle che da tempo fa sorgere domande e storcere bocche. Perché dovrebbero saltare la fila? è la domanda che, in un clima di incertezza e restrizioni, rimbalza da più parti. La sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali, sulla questione è molto netta: «Nessun “furbetto” né “saltafile”, ma la consapevolezza che si tratta di atleti che lavorano per anni per rappresentare l’Italia nella massima vetrina sportiva mondiale». 

Il fulcro di tutto è proprio questo: gli azzurri andranno a Tokyo per rappresentare l’Italia. Più o meno lo stesso concetto espresso ieri dal presidente della federcalcio polacca, Zbigniew Boniek: «Un mese fa io per primo ho lanciato la proposta di vaccinare per tempo gli atleti olimpici polacchi che andranno a Tokyo e la Nazionale che giocherà i prossimi Europei e sono felice che il Governo abbia sposato la mia idea e in poco tempo fatto una legge ad hoc. Credo sia una cosa giusta perché gli atleti danno lustro alla Polonia, in più ci tengo a sottolineare che non togliamo vaccini agli anziani e alle categorie a rischio che hanno evidentemente la precedenza». 

In Italia non è stata varata nessuna legge in merito ma, come spiega la Vezzali, «man mano che le delegazioni olimpiche e paralimpiche si comporranno, assieme con Coni e Comitato Paralimpico avvieremo il percorso di vaccinazione per coloro i quali rappresenteranno noi italiani ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo». Le qualificazioni serviranno ad avere un numero di dosi da richiedere. Perché come è noto i 2/3 degli atleti olimpici sono tesserati con i corpi militari.

Di conseguenza come da protocollo nazionale molti hanno già ricevuto il vaccino. Chiaro che il lavoro che si sta facendo è proprio quello di reperire le dosi mancanti. Un esempio molto semplice: Gregorio Paltrinieri, tesserato con le Fiamme Oro, è già immunizzato, Federica Pellegrini, che non ha alle spalle nessun corpo militare, no. Bisognerà banalmente fare i conti. La squadra della scherma, quelle del tiro a volo, dell’atletica, della ritmica, della ginnastica artistica (solo per citarne alcune) sono già tutte vaccinate. La vela lo è solo al 50%, il surf è a zero. Nel nuoto, salvo qualche caso vedi Pellegrini, Pilato e Quadarella (ha da poco lasciato i Vigili del Fuoco) gli altri sono tutti immunizzati.

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Non solo gli atleti olimpici e paralimpici perché la questione si pone anche per i calciatori che dall’11 giugno all’11 luglio saranno impegnati nell’Europeo. Al momento, come ci spiega la sottosegretaria, dalla Figc non è arrivata nessuna richiesta formale in merito: «Verificheremo le eventuali esigenze ma anche i protocolli Uefa. Sono a disposizione dello sport, ma prima di tutto sono a disposizione del Paese». Detto questo, quello relativo al calcio non è un problema visto che si tratterebbe di un numero molto esiguo di dosi (circa 70). E, come ha tenuto a ribadire il numero uno della Federcalcio, Gabriele Gravina: «Dobbiamo uscire da alcune false ipocrisie, il vaccino serve a tutti gli italiani e noi auspichiamo nel più breve tempo possibile. Non possiamo pensare che a giugno non si arrivi a un numero tale da non poter garantire il vaccino al gruppo squadra della Nazionale». 

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