Le lacrime della Valieva, interviene il presidente Cio Bach: «Agghiacciante vedere com'è stata accolta dai suoi allenatori»

Le lacrime della Valieva, interviene il presidente Cio Bach: «Agghiacciante vedere com'è stata accolta dai suoi allenatori»
Venerdì 18 Febbraio 2022, 12:32 - Ultimo agg. 12:37
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Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), è intervenuto sulle vicende che vedono coinvolta la russa Kamila Valieva, soffermandosi non sul caso di doping quanto invece sulla prova di ieri, quando la giovane pattinatrice è esplosa in lacrime - visibilmente scossa - al termine della sua esibizione che l'ha vista terminare a sorpresa fuori dal podio. Bach si è detto molto turbato, soprattutto per il modo in cui è stata trattata dai suoi allenatori. Nel mirino del numero 1 dello sport mondiale ci sono le parole della coach Eteri Tutberidze che, noncurante del momento di sconforto della Valieva, continuava a chiederle conto in maniera distaccata degli errori in pista. «È stato agghiacciante vedere come è stata accolta dall'entourage», ha ammesso Bach. «Tutto questo non mi dà molta fiducia riguardo l'entourage di Kamila, né per quanto riguarda quanto accaduto in passato, né per quanto riguarderà il futuro. Spero Valieva possa avere il sostegno della sua famiglia, dei suoi amici e delle persone che l'aiutano in questa situazione estremamente difficile».

Lo stesso CIO aveva chiesto alla Wada, l'Agenzia mondiale antidoping, di indagare sugli allenatori e sui consulenti intorno a Valieva. Le frasi in questione, pronunciate dalla discussa allenatrice, sarebbero: «Spiegami, perché hai buttato via questa prova? Perché? Perché hai smesso completamente di lottare? A un certo punto, dopo l'axel, hai mollato. Perché?».

Chiamato in causa dalla domanda di un giornalista russo Bach ha ribadito che «c'è un campione A positivo che deve essere affrontato. Non siamo la polizia, non possiamo interrogare o presentare accuse formali. Le nostre sanzioni sono estremamente limitate. Su questo abbiamo bisogno del sostegno dei governi. In questo caso abbiamo a che fare con una minorenne, una ragazza di 15 anni che ha una droga nel suo corpo che non dovrebbe invece avere. E quelli che le hanno somministrato questo farmaco nel suo corpo sono colpevoli».

 
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