Ricerca e solidarietà. L’altra faccia di Canottieri Napoli-Reale Mutua Torino 81 Iren. Della semifinale playoff c’è un aspetto umano di non trascurabile valore, ovvero l’amore smisurato di un padre verso sua figlia. Quello di Simone Aversa per la piccola Olly. Allenatore e presidente della società gialloblu, il classe 1975 è subentrato al compianto padre Mattia, napoletano trasferitosi in Piemonte dal 1963, che è stato prima giocatore, poi tecnico, nonché dirigente, infine vice presidente del comitato regionale della Federnuoto e fondatore del club Torino '81. Inoltre ha indossato la calottina del Settebello dal 1966 al 1973.
Alla Scandone Simone Aversa ha ritrovato suo cugino Mattia, campione di nuoto che ha preso parte alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 e non solo, assistente di Pino Porzio, e papà Giuseppe, che insieme hanno seguito lo spettacolo di gara 2.
La storia. Simone Aversa (nelle foto di Gianluca Madonna) ha creato, con sua moglie Sara, un’associazione no profit, Help Olly, per aiutare sua figlia, affetta da una rara malattia, la paraparesi spastica ascendente a esordio infantile. Si tratta di una patologia genetica degenerativa molto rara (nel mondo ci sono 30-40 casi), che comporta problemi di deambulazione, tale da paralizzare muscoli e polmoni.
La piccola Olivia si muove con l’ausilio di tutori. «E’ una battaglia per Olivia e per tutti i bambini affetti da questa patologia ad oggi senza cura». Un chiaro messaggio a non mollare mai e a credere fortemente nel progresso della ricerca e della medicina. E il mondo della pallanuoto si è mobilitato per la causa, non si è tirato indietro, pronto come sempre a fare la sua parte.