Rugby, Sei Nazioni, il ct Smith lancia Garbisi in regia per la sfida all'Irlanda. E' il primo match a porte chiuse dal 1883

Paolo Garbisi (Foto Cfp)
Paolo Garbisi (Foto Cfp)
di Paolo Ricci Bitti
Giovedì 22 Ottobre 2020, 20:14 - Ultimo agg. 20:21
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Dunque, a quasi otto mesi dell'ultimo match, l'infausto Italia-Scozia all'Olimpico (0-17), ci sarebbe da alzare la testa, respirare la gioia del ritorno della nazionale e del Sei Nazioni, disquisire sulle effettivamente interessanti scelte tattiche del ct Smith che svecchia di parecchio la squadra per la sfida di sabato 24 ottobre alle 16.30 (DMax) all'Irlanda a Dublino. Vedi ad esempio il debutto del veneziano ventenne Paolo Garbisi in cabina di regia: davvero un giovane trascinante che con le under azzurre ha battuto Inghilterra, Scozia e Galles. Ci sarebbe insomma da parlare di tante cose, compresa la convocazione del cavaliere Maxime Mbandà, romano-milanese, terza linea delle Zebre, sopravvissuto ai mesi in cui ha scelto di guidare le ambulanze della croce gialla di Parma cariche di malati di Covid. Un volontariato da prima linea che ha spinto il presidente Mattarella a nominarlo appunto cavaliere. 

Ecco, ci sarebbe. Ma poi accade che proprio questo match diventi il primo a porte chiuse del più antico torneo a squadre del mondo. A 4 dal 1883, a 5 dal 1910, a 6 dal 2000 con l'ammissione dell'Italia. E allora non si sa più che cosa pensare, che cosa attendersi da questa partita così a lungo agognata ma adesso al decollo pare proprio a dispetto dei santi (ovvero a favore delle tv che hanno sganciato i dobloni per i diritti): gli azzurri resteranno poco più di 24 ore nella capitale rilandese in pieno lockdown, sigillati in una bolla che comprende aereo, bus, hotel e stadio, che dal 2010 si chiama Aviva e non più Lansdowne Road, ma che sorge nello stesso luogo dove si fa sport dal 1872, sempre a porte aperte perché proprio il rugby, in particolare, è un rito senza senso se mancano i fedeli che si sono fin dall'inizio mischiati sulle tribune cantando e bevendo birra.  

Nell'arco di tre secoli il Championship è stato fermato solo dalle due guerre mondiali e, solamente per le partite dublinesi, dai riots nordirlandesi, poi si contano rari rinvii all'autunno per epidemie ovine, ma non si era mai stati costretti a giocare senza il pubblico, peraltro fonte di colossali guadagni per le federazioni ora con i conti devastati. L'esperienza di vedere dal vivo un match di questi livelli a porte chiuse è a dir poco deprimente se si pensa alla festa a cui si sono abituati in fretta anche a Roma, che il 31 ottobre accoglierà l'Inghilterra in un Olimpico spettrale. A marzo erano attesi 20mila inglesi, con la capitale che avrebbe incassato almeno 20 milioni di euro di indotto. Ora sarà quasi solamente un dovere per onorare un contratto televisivo. Meglio giocare a porte chiuse che non giocare? Per gli atleti senza dubbio, per le federazioni anche, per noi affezionati il dibattito è aperto. Personalmente, dopo aver trapidato per gli azzurri allo stadio dal 1979, il sentimento è assai cupo. Ah, non ci sarà il nostro attaccante più brillante, Matteo Minozzi, giustamente lasciato al club dei Wasp che sempre sabato 24 ottobre alle 19 nel tempio di Twickenham affronterà gli Exeter Chief tentendo di diventare il secondo italiano a vincere lo scudetto inglese dopo Martin Castrogiovanni che con il Leicester ne ha messi quattro in bacheca. Auguri. 

La nota della Fir

Franco Smith, capo allenatore della nazionale italiana di rugby, ha ufficializzato la formazione che sabato alle 15.30 locali (16.30 in Italia) all'Aviva Stadium di Dublino affronterà l'Irlanda nel primo dei due recuperi del Sei Nazioni 2020.

Prevale la linea verde nel primo XV scelto dallo staff tecnico azzurro al rientro in campo dopo lo stop forzato nei primi mesi di marzo con un esordiente in campo, due in panchina pronti a subentrare e una formazione titolare con 25,6 anni di media come età. Triangolo allargato formato dall'esperto Jayden Hayward - unico over 30 a lista gara - e la coppia Bellini-Padovani, quest'ultimo al rientro nel gruppo azzurro dopo alcuni infortuni che nella scorsa stagione gli hanno impedito di scendere in campo con regolarità. Carlo Canna - dopo i primi tre match del Sei Nazioni - viene confermato come centro accanto a Luca Morisi. Mediana inedita con il primo caps per il neo biancoverde Paolo Garbisi - reduce dall'esordio in Guinness PRO 14 con il Benetton Rugby - e Marcello Violi. Jake Polledri, dopo aver tenuto con continuità con il timone della mischia in Premiership con il suo club, indosserà per la prima volta la maglia numero 8 azzurra affiancato da Braam Steyn e Sebastian Negri. Seconda linea di stampo Benetton con Lazzaroni e Cannone, inedita in Nazionale, mentre in prima linea i colori sono quelli delle Zebre con Fischetti - alla prima da titolare - e Zilocchi ai lati di Luca Bigi giunto al suo cap numero quattro come capitano dell'Italrugby.

“E’ una bella sensazione tornare a lavorare in vista di un impegno internazionale importante. Ho visto pian piano la squadra crescere in questi mesi di ripresa delle attività dopo il lockdown e ora non vedo l’ora di vederli in campo. Abbiamo una squadra giovane con giocatori che hanno tanta voglia di voler dimostrare il loro valore in campo e conquistare un posto in squadra in questo gruppo. Tutti possono arrivare, la sfida difficile è confermare di poter continuare a vestire la maglia della Nazionale in altre occasioni in futuro. Assenza di pubblico? Siamo consapevoli delle difficoltà che il mondo sta vivendo ora. Sarà un partita particolare senza i nostri tifosi, ma avremo un motivo in più – oltre ai tanti che già abbiamo – per cercare di raccogliere un risultato positivo anche per chi non potrà seguirci allo stadio” ha dichiarato Smith.

Quattro i giocatori convocati per la trasferta irlandese ma non inseriti a lista gara: Leonardo Ghiraldini – unico centurione presente in rosa e icona del rugby italiano – Tommaso Allan, Daniele Rimpelli e Guglielmo Palazzani, questi ultimi aggregati al gruppo nella settimana corrente.

Irlanda: 15 Jacob Stockdale, 14 Andrew Conway, 13 Garry Ringrose, 12 Bundee Aki, 11 Hugo Keenan, 10 Jonathan Sexton (cap.), 9 Conor Murray, 8 CJ Stander, 7 Will Connors, 6 Caelan Doris, 5 James Ryan, 4 Tadhg Beirne, 3 Andrew Porter, 2 Rob Herring, 1 Cian Healy.
A disp. 16 Dave Heffernan, 17 Ed Byrne, 18 Finlay Bealham, 19 Ultan Dillane, 20 Peter O’Mahony, 21 Jamison Gibson-Park, 22 Ross Byrne, 23 Robbie Henshaw

All. Andy Farrell

Italia: 15 Jayden Hayward, 14 Edoardo Padovani, 13 Luca Morisi, 12 Carlo Canna, 11 Mattia Bellini, 10 Paolo Garbisi, 9 Marcello Vioili, 8 Jake Polledri, 7 Braam Steyn, 6 Sebastian Negri, 5 Niccolò Cannone, 4 Marco Lazzaroni, 3 Giosuè Zilocchi, 2 Luca Bigi (cao.), 1 Danilo Fischetti.
A disp. 16 Gianmarco Lucchesi, 17 Simone Ferrari, 18 Pietro Ceccarelli, 19 David Sisi, 20 Johan Meyer, 21 Maxime Mbanda, 22 Callum Braley, 23 Federico Mori

All. Franco Smith

Arbitro: Matthew Carley (Inghilterra)
TMO: Tom Foley (Inghilterra)

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