Rugby, torna la festa del Sei Nazioni: show in campo all'Olimpico e grande business in città. Onorato: «Il Flaminio? Il Comune darà delle scadenze» Il calendario

Foto Pino Fama
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Paolo Ricci Bittidi Paolo Ricci Bitti
Mercoledì 18 Gennaio 2023, 16:40 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 18:10
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Roma e il Sei Nazioni, una storia giovane di grande bellezza che vale dai 27 ai 37 milioni milioni di euro di indotto per la Capitale senza per di più costare un euro per l'ordine pubblico che si è invece costretti a difendere con alta spesa «in occasioni di eventi di altri sport, diciamo il calcio», dice Alessandro Onorato, assessore al Turismo, Grandi Eventi e Sport della giunta Gualtieri.

Ci siamo, il torneo per nazionali più antico del mondo (1883) riparte il 4 febbraio con l'Italia in campo il giorno dopo contro la Francia all'Olimpico, poi l'Irlanda il 25 febbraio e il Galles l'11 marzo. E' la 129a edizione del Championship (basta la parola, dal 1883 non serve specificare "rugby")  e gli azzurri ne fanno parte solo da 2000 con appena 13 vittorie e un pareggio in 115 partite (23 edizioni), ma intanto l'ultimo trionfo è indimenticabile perché risale alla partita di chiusura dell'edizione del 2022 (ricordate, eh, Capuozzo? Il Galles ko in casa?) e poi c'è appunto il valore culturale, sociale ed economico del Torneo che vede Roma in testa al gradimento dei fedeli ogni anno in pellegrinaggio anche a Londra, Parigi, Dublino, Edimburgo e Cardiff. In pochi anni, pur senza la tradizione secolare ovale delle altre nazioni, la Capitale e la sede dell'Olimpico al Foro italico, subentrata al "piccolo" Flaminio dal 2012, sono diventate la meta della trasferta più ambita dai tifosi stranieri.

Si riparte allora dopo tre edizioni sì disputate ma menomate dalle restrizionio della pandemìa di Covid mentre ora ci sono tutte le premesse per tornare ai fasti degli anni migliori.

Vittorie in vista degli azzurri? Quello è un altro discorso, la nazionale è tornata competiva (dopo il Galles ha battuto anche le Samoa e, soprattutto, per la prima volta, la magna Australia) ma il pronistico sarà come sempre avverso alla squadra del capitano Michele Lamaro, romano, ospite ieri mattina dell'evento nella sala Pietro di Cortona ai Musei capitolini davanti ai rappresentati delle scuole e dei club di rugby della capitale. «Però con l'aiuto del pubblico - ha detto "Mitch" Lamaro, capitano della Benetton Treviso che sta facendo bene nelle coppe europee, seduto a fianco del vicepresidente federale Antonio Luisi - possiamo fare grandi cose: per battere gli australiani a Firenze il sostegno dei tifosi è stato determinante. Per me poi giocare a Roma equivale ogni volta a un sogno».  

E poi non si va all'Opera sapendo già come va a finire? Sì, ecco. E allora sotto con gli altri elementi che fanno grande il Sei Nazioni a cominciare  con la festa del Sei Nazioni al villaggio del Terzo Tempo allestito fra i marmi del Foro Italico. Feste che saranno anticipate da eventi anche a Testaccio e a Ponte di Nona "per coinvolgere davvero tutta la città", ha detto Pierluigi Bernabò, direttore dei Grandi eventi della Federugby. E poi di nuovo l'abbinamento con i Musei capitolini: si entra gratis con il biglietto del match. Biglietto che a sua volta viene offerto a prezzi scontati alle scuole romane. E poi l'inclusione di Avis (donazione sangue), Servizio Civile e dell'associazione Mo4Mo (lotta ai tumori) ugualmenti ospiti del Villaggio di un evento, il Torneo, la cui versione romana ha nel frattempo ottenuto la certificazione ISO 20121, standard internazionale per la gestione sostenibile delle partite.

«Roma - ha detto ancora Onorato - ama il Sei Nazioni e ne è ricambiata.

Faremo sempre di più per rafforzare questo legame che dà prestigio e che innesca anche un indotto molto importante e in un periodo dell'anno in cui mancano altri eventi sportivi. E' una gioia accogliere ogni anno i tifosi italiani e stranieri e abbiamo anche programmato studi per valutare i benefici economici del Sei Nazioni: sappiamo già ad esempio che un evento che porta a Roma dai 20mila ai 40mila tifosi comporta un più 20% di prenotazioni negli hotel della Capitale. Grazie al Torneo, Roma continuerà a fare grandi progressi nel turismo post pandemia che al momento ci vede sul podio in Europa subito dopo Parigi» 

Qualche numero lo aggiunge Diego Nepi Molineris, direttore generale di Sport e Salute: «La forchetta dell'indotto, secondo l'edizione (le partite in casa sono 2 negli anni pari, 3 negli anni dispari) va da 26 a 37 milioni. Vogliamo continuare a far crescere il rugby, che trasmette ogni giorno valori autentici e fondamentali per tutto il mondo dello sport e per la nostra società. Il Foro Italico è la casa di tutti gli sportivi. Siamo felici di portare avanti progettualità con e per il Comune di Roma. Il Sei Nazioni, che fece il suo esordio all'Olimpico sotto la neve nel 2012 scrivendo una bella pagina di sport, è un grande evento sportivo internazionale che genera un indotto importante per la città, aumenta il Pil e il turismo. Fattori che ci permettono di guardare avanti ed investire sempre di più su questo sport. Non fu facile, nevicata epocale a parte, trasferire il torneo dal Flamino all'Olimpico nel 2012, da parte della Fir e da parte nostra ci volle molto coraggio ma abbiamo subito scoperto che ne valeva la pena. Roma rischiava di perdere il Torneo e invece ci siamo trovati a gestire fin da subito numeri record perché evidentemente - lo abbiamo imparato ed è stato molto affascinante - il Sei Nazioni ha una forza culturale, sociale e storica che va ben oltre i risultati del campo».

E il futuro del derelitto stadio Flaminio, è stato chiesto a Onorato?

«Non vogliano - ha risposto l'assessore - che il Flaminio resti in questa situazione. Si sono alternate dalle ultime partite ben tre giunte di diverso colore politico e quindi si avvicina per il Campidoglio l'ora di dare davvero delle scadenze. Servono chiaramente degli investitori e siamo pronti ad ascoltare ogni proposta: se la Lazio (calcio, ndr) vuole fare un progetto siamo aperti, altri progetti sono stati bocciati non dal Comune ma dalla conferenza dei servizi. Se servirà faremo un nostro bando, di certo non vogliamo che il Flaminio diventi un centro commerciale. Vincoli architettonici? L'unico vincolo è che lì deve restare una stadio per eventi in particolare sportivi: il rugby, ad esempio, sarà sempre benvenuto». 

Il calendario

1a giornata (orari italiani) 

4 febbraio 

Galles - Irlanda  ore15.15
Inghilterra - Scozia  ore 17.45
4 febbraio

Italia - Francia  ore 16

2a giornata

11 febbraio 

Irlanda - Francia  ore 15.15
Scozia - Galles  ore 17.45
12 febbraio

Inghilterra v Italia - 12.02.23 – ore 16

3a giornata

25 febbraio

Italia - Irlanda ore 15.15
Galles - Inghilterra ore 17.45

26 febbraio

Francia - Scozia ore 16

4a giornata

11 marzo

Italia - Galles  ore 15.15
Inghilterra - Francia ore 17.45
12 marzo

Scozia - Irlanda ore 16

5a giornata

18 marzo

Scozia - Italia ore 13.30
Francia - Galles ore 15.45

Irlanda - Inghilterra ore 18

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