Verona in vantaggio, Cremonese dietro, poi Fiorentina e Genoa più staccate. Milan Djuric firmerà per la squadra che gli offrirà in primis un progetto triennale, condito dalla miglior proposta economica. In settimana l'incontro decisivo e, se non ci saranno rilanci soprattutto da parte dei grigiorossi, l'attaccante 32enne firmerà il contratto con gli scaligeri. Forse l'ultimo importante della sua carriera. Una scelta professionale, emotivamente non semplice.
I sentori c'erano già da un mesetto: i tira e molla prolungati non fanno mai bene. E se è vero che «le cose si fanno in due», vale anche per i divorzi. Il club campano aveva proposto il rinnovo «tardi, lo ammetto», stando alle parole di Walter Sabatini quand'era ancora in carica. L'ex diesse affondò il colpo, voleva una risposta nella settimana successiva alla fine del campionato, ma Djuric ha reputato non congrua la proposta. La Salernitana non è andata oltre i timidi riavvicinamenti registrati con l'avvento di De Sanctis: biennale a 550mila euro con bonus di 100mila al raggiungimento della salvezza. Scontato il «no, grazie» della controparte, conscia che altri club si erano mossi a cifre diverse e soprattutto per tre anni. Il vero nodo. La fase di stallo si è trascinata fino a ieri l'altro, quando Djuric ha scritto sui social e sbattuto la porta che aveva lasciato socchiusa a lungo. Dalla Salernitana, nessuna replica. E dire che per un mese erano arrivate lusinghe su lusinghe dai vertici del club, prima l'ad e poi il presidente. «Credo che Milan resterà, è un calciatore straordinario, sempre sensibile anche alle iniziative che gli proponiamo nel sociale», diceva Iervolino il 19 giugno. Aperture, forse speranze verbali che non coincidevano con avanzamenti. Quattro giorni dopo, l'addio e la precisazione del calciatore: «La mia priorità è stata sempre continuare a Salerno, come dimostrato in campo fino all'ultimo secondo in cui ho indossato la maglia granata. Spero che oltre al giocatore, che può piacere o meno, siano arrivati ai tifosi l'impegno e la professionalità. I calciatori vanno e vengono ma l'uomo resta».
C'è chi lo aveva pesantemente apostrofato nel suo primo anno e mezzo in Campania, oltrepassando in certi casi quella soglia di rispetto sempre meno percepita dai sedicenti tuttologi del web.