Ribery le roi di Salerno:
all'Arechi la marsigliese dei diecimila

Ribery le roi di Salerno: all'Arechi la marsigliese dei diecimila
di Eugenio Marotta
Martedì 7 Settembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 8 Settembre, 07:15
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Una città in delirio, uno stadio in fermento, migliaia di cuori granata che intonano il suo nome e la marsigliese dalle gradinate dell'Arechi. Franck Ribery è stato letteralmente sommerso ieri pomeriggio dall'affetto dell'intera torcida granata che non aspettava altro di poter continuare a sognare. Il campione francese si è presentato alla piazza insieme a tutta la squadra nel principe degli stadi. Un colpo da novanta piazzato dalla Salernitana, dopo il gong di mercato, per rinforzare l'organico a disposizione di Castori e provare a centrare l'obiettivo salvezza in serie A. 

L'attaccante ex Bayern è sfilato per ultimo, come si conviene alle star, in uno show in stile Nba organizzato ieri all'Arechi proprio per celebrare l'arrivo del talento transalpino che ha deciso di sposare la causa granata fino a giugno dopo essersi svincolato dalla Fiorentina (ingaggio di un milione di euro più bonus con opzione di rinnovo automatico l'anno prossimo in caso di salvezza). Alle 16.26 in punto gli speaker hanno annunciato il nome del talento francese accompagnati dall'eco dei quasi 10mila presenti sugli spalti (inizialmente erano previsti gli ingressi nei soli settori di curva sud e distinti, ma poi si è reso necessario aprire anche la tribuna). Ribery ha calcato il green dell'Arechi con la numero «7» granata sulle spalle, attraversando il cordone dei ragazzi dell'Under 17 fino ad arrivare nel cerchio del centrocampo dove ad attenderlo c'era tutta la rosa con il mister Castori in testa. Il tutto nel boato dell'Arechi, con i fumogeni accesi nella Siberiano che richiamavano i colori del gonfalone (il blu, il giallo e il rosso) e gli applausi della gente dell'Arechi. 

«Sono felice di essere qui con voi, con lo staff, con la squadra, con il Mister. Io vi dico che darò tutto me stesso per aiutare i miei compagni e raggiungere la salvezza. Grazie». Le prime parole del francese alla sua nuova tifoseria. Subito dopo alcuni palleggi e qualche «numero» nel cerchio del centrocampo prima di calciare il pallone (lo ha imitato poi tutta la squadra) come cadeau a curva e tribuna. «Scarface» si è congedato mano nella mano con i nuovi compagni, salutando tutti i settori dello stadio fino al gran finale davanti alla sud con tanto di maglietta lanciata in curva che ha rischiato di innescare il parapiglia tra i tanti supporter che si erano fiondati per accaparrarsela. 

«Entrando allo stadio ho visto migliaia di persone e l'ho immaginato pieno: ho capito che qui c'è un ambiente speciale. Era tanto tempo non vedevo scene così. Ho subito percepito un calore incredibile». Così il francese in conferenza stampa poco dopo la passerella dell'Arechi. «È sembrato che giocassi nella Salernitana da due o tre anni». La scelta di Salerno è figlia anche e soprattutto di questo calore che l'attaccante aveva saggiato nei giorni precedenti alla fumata bianca. «Non gioco per me, ma per la gente. Ho toccato con mano l'entusiasmo di Salerno: io sono un passionale, per questo l'ho scelta». Una pausa e aggiunge: «Io vivo per il calcio, se avessi vissuto per i soldi oggi non sarei qui. Tanti tifosi mi hanno scritto sui social quando si era sparsa la voce del mio approdo in granata.

Non potevo rispondere a tutti, ma sentivo già sensazioni bellissime. Ho vinto tanti trofei prestigiosi in carriera, ma queste piccole cose lasciano il segno». Anche la sua famiglia ha inciso e tanto sulla scelta. Ma non è stato facile come ammette lo stesso Ribery. «Ho cinque bambini. Prima di venire a Salerno ho detto a Fabiani che avrei dovuto parlare con mia moglie e la mia famiglia: non potevo decidere da solo; ho parlato con loro, è stato difficile per i miei figli accettare che sarei andato via di nuovo. Stamattina (ieri ndA) è stato peggio, nella vita bisogna fare dei sacrifici, la mia famiglia verrà a trovarmi anche a Salerno e ogni tanto tornerò anche io a Monaco». 

Proprio il diggi Fabiani nei giorni scorsi aveva paragonato il suo imminente arrivo a Salerno a quello di Maradona a Napoli, fatte le debite proporzioni. «Non si può dimenticare cosa ha fatto lui - prova a tagliare corto con il paragone irriverente - Non sono venuto qui per essere paragonato a Maradona, ma per fare il massimo nel mio lavoro. Quando sono al campo faccio tutto per la squadra e i per tifosi. Credo di aver bisogno di un po' di tempo adesso per mettermi in forma al 100%». Ribery non vede l'ora di tornare a giocare.

«Mi allenerò subito in gruppo, ma partirò gradualmente. Un conto è allenarsi da solo, un altro è con la squadra. Fisicamente sono a posto, ma è diverso da quando avevo 25 anni. Adesso devo gestirmi e cercare di non infortunarmi». L'ex viola ha ancora tanta voglia nella testa e nelle gambe e domenica a Torino potrebbe già esordire in granata. Questo è quello che sognano i tifosi. «Spero di essere pronto il prima possibile. Voglio dare una mano alla squadra, con la mia esperienza spero di contribuire alla salvezza. Quando non avrò più benzina smetterò, ma ora non è così». Il francese ha già pronta una tabella per recuperare in fretta lo smalto dei tempi migliori. «Ho parlato col preparatore atletico e lo staff, programmando cosa fare. Spero di trovare subito la condizione e la giusta collocazione tattica. La Serie A è difficile, ci sono squadre fortissime. Castori mi ha detto che vuole costruire un gruppo forte, se c'è unità si combatte insieme anche nei momenti difficili a testa alta. Su questo posso essere importante, la società e la squadra non è solo il giocatore, ma ci sono tante persone che vivono per la squadra». 

Il francese (39 anni ad aprile) ha messo anche qualche «coetaneo» collega nel mirino. «L'età non conta, voglio fare come ha fatto Ibra al Milan o come ho fatto io a Firenze: spero di dare una mano nello spogliatoio e fuori dal campo, mi piace aiutare anche i compagni giovani. So di avere un ruolo importante, ho parlato col mister, la comunicazione fa la differenza. Ho una passione dentro, posso aiutare e divertirmi anche con l'aiuto dei tifosi. Penso il più veloce possibile, spero di vincere presto una partita». 

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