Basta cambiare una vocale, da qualità a qualité. In francese la pronuncia è diversa, ma la lingua del pallone è universale. La Salernitana aspetta Ribéry per accendere la luce e conquistare i primi punti. C'è un ciclo importante all'orizzonte, quasi già decisivo. Tre partite in sette giorni: sabato l'Atalanta, poi il Verona (ancora in casa) mercoledì 22 e infine la trasferta in casa del Sassuolo quattro giorni dopo.
Un momento verità per il futuro di Castori e per l'assestamento di una squadra che ha trovato completamento solo due settimane or sono. L'allenatore ieri ha diretto la doppia seduta con i soliti ingredienti. Si è sempre fidato di sé stesso, anche quando le cose andavano male. «Vado dritto per la mia strada», ha spesso affermato per rispondere a qualche critica di troppo (e troppo prematura). Farà così anche stavolta, ma non è detto che il percorso non presenterà qualche curva. C'è da lavorare comunque sui principi difensivi che fin qui hanno tradito.
Ieri mattina per Di Tacchio e compagni c'è stato un focus sulle palle inattive. Al Mary Rosy ha fatto capolino anche Fabiani. Nel pomeriggio, invece, tattica e partitina finale senza Aya, Jaroszynski, Veseli (differenziato), Capezzi e Ruggeri (fisioterapia). Dei primi tre, soprattutto il polacco oggi potrebbe rientrare in gruppo. La sensazione, comunque, è che potrà aspirare a un posto in panchina: la corsia sinistra sabato dovrebbe essere assegnata inizialmente a Ranieri. Zortea cartellino di proprietà dell'Atalanta scalpita dalla parte opposta. Si diceva delle curve che la strada solitamente tutta compattezza e ripartenze potrebbe intraprendere.
Nell'amichevole col San Giorgio disputata nel weekend di sosta per le nazionali, il trainer provò anche il 3-4-1-2. C'era già profumo di Ribéry nell'aria, anche se nell'occasione il ruolo fu assegnato al giovane Vergani. È una delle soluzioni per dare spazio al genio del transalpino. A gara in corso o dall'inizio? La risposta non c'è ancora. C'è, però, una certezza: l'ex Bayern non ha i 90 minuti nelle gambe.
In avanti spazio a Bonazzoli assieme ad uno tra Simy e Djuric. Il nigeriano a Torino è apparso ancora in ritardo di condizione, mentre l'impatto dell'ex Cesena è stato diverso, un pizzico più incisivo. Facile che nella staffetta, stavolta, possa essere il bosniaco a partire titolare accanto a un Bonazzoli che a Bologna ha fatto bene, con la Roma si è sacrificato soprattutto in fase difensiva, mentre in Piemonte ha annaspato. Contro l'Atalanta i ricordi sono benauguranti, quelli del suo ultimo gol su azione in A: era il 6 febbraio, saltò di testa in mezzo a Toloi e Djimsiti per il 3-3 del suo Toro. Per arrivare a «mitragliare», serve anche assistenza di qualità. Anzi, qualité. In ogni caso, sarà luce nuova: ieri sera all'Arechi è stato provato il nuovo impianto di illuminotecnica a led. Oggi test definitivo con il luxmetro dell'ispettore di Lega, Carlo Longhi.