Inviato a Reggio Emilia
Ancora una sconfitta. L'ennesimo rimpianto. La solita ingenuità. Che in serie A si paga a caro prezzo. La Salernitana perde di misura a Reggio Emilia contro il Sassuolo (decide Berardi), incassa un altro ko, resta mestamente ultima in classifica con un solo punticino e vede allontanarsi ulteriormente le dirette concorrenti per la corsa salvezza che si fa sempre più dura dopo appena sei giornate di massima serie. A questo punto anche la panchina del tecnico Castori comincia a scricchiolare. Non tanto per le prestazioni offerte finora - anche ieri i granata non hanno affatto demeritato - ma per la posizione in graduatoria che costringe a fare delle riflessioni. Per il momento, comunque, il tecnico non è in discussione, ma è chiaro che sabato prossimo con il Genoa all'Arechi potrebbe essere già gara da dentro o fuori (circolano i nomi di Davide Nicola, Giampaolo e Petkovic).
A guardare il match, sopratutto il primo tempo, ci sarebbe poco da imputare al tecnico di Tolentino che, sebbene orfano del talento di Ribery (affaticamento muscolare per il francese che non è stato neppure convocato), decide di giocarsi la partita sul campo del Sassuolo a viso aperto. Non solo. Il trainer granata sorprende gli emiliani anche con una nuovo disposizione tattica. La Salernitana per la prima volta in campionato abiura il 3-5-2, piazzandosi con una difesa a «4», tre centrocampisti di corsa e rottura, un rifinitore (Kastanos) davanti al tandem composto da Djuric e Gondo. In casa granata, non sono (e non possono essere) i nomi che fanno la differenza. Castori chiede ai suoi un pressing asfissiante e per tutto il primo tempo il Sassuolo è costretto alle corde. Kastanos mostra qualità e visione di gioco ed in più di una circostanza la sua posizione mette in difficoltà i neroverdi di Dionisi.
Inevitabilmente nel secondo tempo, gli ospiti non riescono a reggere il ritmo forsennato dei primi 45' e pagano dazio. Alla prima occasione, Boga innesca il turbo sulla fascia e Gyomber - che non è un terzino - non lo tiene. Il nazionale ivoriano scodella un pallone d'oro per la testa di Berardi che arriva a rimorchio dalla parte opposta e sblocca il risultato (8') con la complicità della retroguardia ospite che lo lascia libero di colpire.
La rete sa di beffa. Castori non ci sta e cambia i riferimenti offensivi: fuori Gondo e Djuric e dentro Bonazzoli e Simy. Il primo è carico a mille, ma anche terribilmente sfortunato: un suo geniale colpo di tacco anticipa e beffa Consigli, ma trova il salvataggio disperato sulla linea di Rogero (22'). Simy, invece, continua ad essere la controfigura dell'attaccante ammirato nella passata stagione e, di testa, riesce addirittura a dilapidare un'altra ghiotta occasione per pareggiare i conti (42'). In mezzo, i padroni di casa non riescono a piazzare il colpo del ko in contropiede, il più delle volte grazie ai guantoni di Belec.