Salernitana, Fazio resta out
ed è già mercato: piace Tahirovic

Salernitana, Fazio resta out ed è già mercato: piace Tahirovic
di Pasquale Tallarino
Mercoledì 21 Settembre 2022, 08:32
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Si ricomincia: obiettivo Sassuolo (già venduti 2465 biglietti, ne restano 1535). Al centro sportivo Mary Rosy, la Salernitana è ripartita da quindici giocatori: dodici di movimento e tre portieri. Altri undici sono stati convocati in Nazionale e di questi undici ce n'erano sei in campo dal 1' contro il Lecce e tre sono subentrati.

Sono ritornati in gruppo anche i «rinforzi» di ottobre ed è una notiziona per lo staff tecnico e per i tifosi: il centrocampista e regista Bohinen, il jolly e tedoforo Radovanovic - la notte di Salernitana-Udinese festeggiò in campo con una torcia in mano -, il difensore Lovato sono guariti e offrono ulteriori soluzioni all'allenatore Davide Nicola.



C'è, però, una defezione: lo staff medico monitora ormai da giorni Federico Fazio. Ha già saltato la sfida al Lecce per squalifica ma all'Allianz Stadium, dove il capitano granata era stato espulso in seguito alla gazzarra di fine gara insieme ai giocatori della Juventus, aveva rimediato anche un infortunio alla caviglia. Insomma in ogni caso avrebbe fatto fatica a scendere in campo nella partita poi persa contro i salentini all'Arechi. Infortunio di quale entità? Non grave. La caviglia ha subito un lieve trauma distorsivo e anche ieri il calciatore ha svolto terapie. In panchina, al centro sportivo di Pontecagnano Faiano, ha preso posto anche il direttore sportivo, Morgan De Sanctis. «Tra costi di acquisizione e di commissione - disse a fine mercato il ds - abbiamo speso meno dei 44 milioni di euro ipotizzati dai media. Poi bisogna considerare anche i ricavi ma poi c'è da menzionare il tetto ingaggi che è cresciuto».

Tutti nel calcio sanno che frasi del tipo «adesso il mercato è finito» sia una piacevole bugia. Una società ambiziosa come la Salernitana è sempre in monitoraggio. Riguardo i giocatori, l'osservazione oggi è propedeutica al mercato di gennaio. Ad esempio alcune immagini televisive hanno indugiato sul parterre di Roma-Atalanta, poi vinta dagli orobici. In tribuna, allo stadio Olimpico, c'era anche De Sanctis. Ovviamente non si tratta della «saudade» granata per Ederson, pepita d'oro ceduta alla Dea per 12 milioni di euro. S'è trattato, invece, ufficialmente di un viaggio di aggiornamento professionale.

L'obiettivo è chiaro e la strada sarebbe tracciata: nel mirino ci sono giocatori giovanissimi e forti per arricchire la rosa e mettere in vetrina, in futuro.

Il bravissimo Scalvini, Okoli, il centrocampista romanista Bove non possono essere più obiettivi, forse Bove ma è molto difficile. Occhio anche al giallorosso Tahirovic, nato nel 2003, ed al bergamasco Ruggeri, 2002, quest'ultimo già allenato da Nicola. De Sanctis ha assistito anche a larga parte di Ascoli-Parma, nel weekend. Dalle Marche fanno sapere sia andato via sullo 0-3 per i ducali, ma pare gli interessasse vedere all'opera altri potenziali prospetti.

La Sampdoria ha prestato al Picchio il terzino sinistro Simone Giordano, classe 2001. Il prestito ovviamente è annuale: occorrerebbe il consenso dell'Ascoli, pure del Como per l'atalantino Da Riva. Non è più giovanissimo il centrocampista bianconero Collocolo, nato nel 1999, però hanno fatto sondaggi pure altri club di A e l'Ascoli vuole monetizzare. Piacciono Kastanos e Capezzi. A Roma, invece, non è escluso che la Salernitana abbia aggiornato pure il tema rinnovi. Radovanovic va visto all'opera dopo l'infortunio: ora è tutto congelato. Si riflette, invece, su Gyomber. Le gerarchie di campo oggi raccontano di un evidente sorpasso, alla luce delle belle prestazioni di Daniulic e di Bronn ma anche del recupero di Lovato. Il prolungamento per Gyomber, però, sarebbe un premio alla serietà e all'attaccamento alla causa, a prescindere da quale sarà il suo futuro. È anche una strategia di mercato: un giocatore con contratto prolungato ha un valore diverso.

Lo ha già prolungato Mazzocchi, che da qualche ora è anche un azzurro. Il difensore ha parlato da «ragazzo fortunato» a Raisport. Ha detto: «Se penso alla strada che ho fatto, è tutto incredibile per me. Vengo da Barra e lì i giovani fanno fatica a trovare un lavoro. Sono un ragazzo del quartiere che ce l'ha fatta. Per pagarmi scuola calcio e scarpini avevo iniziato a fare il fruttivendolo. I miei genitori piangono da tre giorni. Il calcio mi ha salvato la vita. La persona che mi ha aiutato di più è morta: a 9 anni il mio migliore amico è morto di meningite. Devo tanto alla Salernitana, presidente, squadra, tifosi. Questo obiettivo lo devo a loro. È un punto di partenza: la maglia azzurra la devi sempre meritare».

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