La conferma che tutti si attendevano dopo Lecce non arriva, la Salernitana si scioglie troppo facilmente minuto dopo minuto contro la Juventus (0-3). Eppure all’inizio i granata, nonostante tocchi fare i conti con un Vlahovic decisamente in palla, fanno esattamente quello che serve per cercare l’impresa contro i bianconeri. Gli esterni del 4-3-3, Dia a Candreva, rallentano la circolazione di palla di una Juventus che sembra comunque già abbastanza compassata di suo, Vilhena cerca sempre l’inserimento per vie centrali, mentre Nicolussi Caviglia detta con la solita personalità ma soprattutto nel modo giusto i tempi della squadra. Poi, però, proprio il playmaker di Nicola al 25’ commette l’ingenuità che di fatto cambia il senso della partita (pestone a Miretti), quella che permette a Vlahovic di andare sul dischetto e battere Ochoa grazie al supporto del palo. Ma come detto l’attaccante serbo è a prescindere la vera spina nel fianco per la Salernitana. In più momenti.
Vlahovic l’uomo in più della Juventus: al 3’ manda alta una buona occasione di testa, al 33’ calcia al volo da fuori area non inquadrando la porta, al 37’ supera con una magia Troost-Ekong ma poi con il tiro a incrociare sfiora soltanto il palo.