Benevento, mossa di Inzaghi:
Improta titolare

Benevento, mossa di Inzaghi: Improta titolare
di Luigi Trusio
Venerdì 14 Febbraio 2020, 10:58
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Il miglior dodicesimo uomo della B torna titolare a distanza di un mese e mezzo dall'ultima volta. Inzaghi per la sfida col Pordenone ridà fiducia a Riccardo Improta nell'undici di partenza, cosa che non accadeva dalla vittoriosa trasferta di Verona del 26 dicembre. E prima di allora, l'apparizione più recente di Improta nella formazione iniziale è datata addirittura 26 ottobre, giorno dell'unica sconfitta stagionale a Pescara. Da quella partita spartiacque, che probabilmente ha rappresentato la svolta dell'intero campionato del Benevento, Improta ha collezionato 9 presenze da subentrato (con due reti) e una da titolare, risultando decisivo con il suo ingresso in più di una circostanza.
Un giocatore in grado di spaccare la partita e consentire, allo stesso tempo, a SuperPippo di giocarsi una variabile tattica, quella della trasformazione del 4-3-2-1 in 4-4-2, per sorprendere gli avversari e riallineare la squadra senza rovinarne l'equilibrio. In questa nuova veste, Improta ha conquistato la fiducia incondizionata di Inzaghi che non perde occasione per elogiarlo pubblicamente.
Per gli avversari si rivela spesso un guastafeste, per il piacentino un valore aggiunto che sa di garanzia. E il tecnico, non appena se ne presenta l'opportunità, lo premia inserendolo sin dall'avvio. Lo avrebbe fatto già a Cosenza se non ci fosse stato quel rosso sciagurato nel derby, in pieno recupero, che lo ha stoppato per un turno. Ma questa volta non scappa: Riccardino da Pozzuoli sarà il motorino di sinistra nella linea di centrocampo a quattro, con Insigne che giostrerà dalla parte opposta. I due brevilinei che utilizzava Bucchi nel suo tridente avanzato, agli estremi del 4-4-2 di Inzaghi che, con loro in campo, può essere considerato a tutti gli effetti un 4-2-4. Sarà quindi un Benevento a trazione anteriore quello che affronterà la squadra che fino alla scorsa settimana era la vice-capolista, posizione che il Pordenone ha ricoperto per diverse settimane ma che, nel 2020, è ancora a caccia della prima vittoria. Un assetto leggermente più sbilanciato contro i ramarri che tuttavia non significherà trascurare la fase difensiva, ma solo un diverso modo di impostare alcuni meccanismi e movimenti, alcuni dei quali comunque molto affini al 4-3-2-1.
LA SEDUTA
Ieri la squadra ha fatto tappa prima in sala video, poi si è spostata al «Ciro Vigorito» per un focus tattico e per esercitarsi, in chiusura, su cross e tiri in porta. Differenziato sul campo per Tello e Tuia (che stanno provando a smaltire i rispettivi infortuni al polpaccio), recupero personalizzato in palestra per Kragl (sempre alle prese con la lesione al bicipite femorale della gamba destra), trattamenti fisioterapici per Gyamfi e Vokic (che lamenta ancora fastidi alla caviglia). Nessuno di costoro sarà in grado di riprendersi in tempo per rientrare nell'elenco dei convocati (dal quale, ovviamente, saranno esclusi anche gli squalificati Volta e Schiattarella) che Inzaghi diramerà oggi poco dopo la rifinitura pomeridiana e prima della conferenza stampa che il tecnico terrà nella sala stampa dello stadio alle 18.15.
LA MOBILITAZIONE
Il Benevento Calcio a supporto del centro sociale polifunzionale «È Più Bello Insieme», una struttura in grado di potenziare e migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità. In occasione del match contro il Pordenone, in tutti i settori del «Ciro Vigorito», verranno attrezzati dei banchetti di solidarietà con salvadanai per una raccolta fondi che mira a contribuire alla riapertura del centro, che gode del sostegno etico della Caritas diocesana, chiuso dal 19 luglio 2019 dopo 18 anni di servizio ininterrotto per la comunità. Il centro sta per trasferirsi presso la nuova sede di Via Pisacane.
«Sosteniamo sempre questo tipo di iniziative - ha spiegato il presidente Oreste Vigorito - perché riteniamo che il calcio sia un ottimo veicolo di partecipazione alla vita sociale. Questa è la linfa, l'energia pulita che ti offre una ragione per andare avanti, ed è una sorta di integrazione col tessuto locale, quella che io preferisco, a sostegno delle gente comune e delle fasce deboli, ovvero quella parte di città e di provincia che può ricambiare con affetto e coinvolgimento emotivo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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