Il Benevento ha conquistato una preziosa vittoria con tanta forza di volontà, con il cuore e con gli artigli. Decisiva la zampata di Lapadula, con la squadra che a fine partita si è goduta il caldo abbraccio dei suoi tifosi. Ma negli spogliatoi si è festeggiato il giusto, quel che basta, perché l'opera non è stata ancora conclusa. C'è ancora un match di ritorno da giocare, nel tardo pomeriggio di sabato a Pisa.
«È la prima cosa che dirò alla squadra alla ripresa degli allenamenti ha subito chiarito Caserta . Non dobbiamo farci condizionare da questa vittoria. A Pisa troveremo una squadra che battaglierà perché è desiderosa di passare il turno così come lo siamo noi. Dobbiamo farci trovare pronti. Ripartiremo dallo 0-0 e solo alla fine faremo i conti». Intanto, però, la prima partita è stata ad appannaggio dei padroni di casa. «Sono davvero felice per la prestazione ha sottolineato il tecnico giallorosso . Abbiamo vinto con il cuore e la voglia di lottare palla su palla dal primo all'ultimo minuto del match. È stata una prestazione di cuore che ci ha permesso di ottenere una bella e importante vittoria».
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L'allenatore del Benevento ha anche evidenziato i pregi della sua squadra: «Siamo stati equilibrati, concedendo poco al Pisa. Mi aspettavo la partita per come si è giocata perché la posta in palio era alta ed è normale da parte di entrambe le squadre che non ci sia stata la fluidità di gioco. È stata una gara maschia in cui bisognava lottare sulle seconde palle ed essere decisivi sulle palle ferme». Caserta poi ha anche ammesso quello che non si attendeva: «Ci aspettavamo un modulo di gioco del Pisa diverso. Pensavo che avrebbero giocato con il loro consueto 4-3-1-2 e invece si sono schierati con il 4-4-2, a cui ci siamo subito adeguati. Però, avevamo preparato qualcosa di diverso. Anche i nostri lanci lunghi sono stati dettati dagli avversarti, che ci hanno aggrediti alti e in quel caso si è costretti a giocare con i lanci lunghi, anche se non fanno parte del nostro modo di giocare. Noi preferiamo giocare palla a terra ma anche in quel caso ci siamo adeguati, pure se non lo abbiamo fatto nel migliore dei modi. In verità avevo chiesto ai ragazzi di spingere maggiormente sul nostro out di sinistra con Masciangelo. Lo abbiamo fatto ma avremmo potuto farlo di più e meglio. Nel complesso non ho nulla da rimproverare ai ragazzi. Ripeto, queste sono partite ad altissima tensione e noi abbiamo giocato facendo il massimo delle nostre possibilità. Sono contento di quel che hanno fatto tutti i calciatori, anche quelli subentrati».
In vista del ritorno a Pisa, Caserta spera intanto di recuperare qualche infortunato. «Avrei voluto inserire prima Moncini, che avrebbe affiancato Lapadula. Poi è giunto il gol e ho tolto Gianluca. Moncini è reduce da un infortunio ma può darci una mano in Toscana. Conto di recuperare Sau e anche Farias. Mentre per Forte non credo che ci siano troppe speranze». Altra nota lieta della serata è stato sicuramente il grande afflusso del pubblico di casa, che è tornato a riempire le tribune del «Vigorito». «Sono tornato a vedere lo stadio che ricordavo quando venivo a vedere altri playoff ha ammesso Caserta -. Uno stadio così pieno, caldo, caloroso probabilmente qualche punto in più campionato ce lo avrebbe regalato. Se trovi ad accoglierti undicimila spettatori hai una carica maggiore e gli avversari qualche timore in più». Infine l'allenatore del Benevento ha anche voluto precisare qualche passaggio del recente passato: «Non ho sassolini nelle scarpe. Ho deciso di fare l'allenatore e accetto i complimenti e le critiche con la massima serenità, anche quando non condivido ciò che viene detto. Capisco tutti e capisco i momenti. Il primo ad essere contestato è sempre l'allenatore e preferisco prendere i fischi io ma non i miei giocatori. Però non mi piace sentire cose che riguardano questioni extra calcistiche. L'allenatore va valutato solo per il suo lavoro sul campo. Adesso concentriamoci sulla partita di ritorno. Non abbiamo ancora fatto nulla».