Le altre misure ritenute più impellenti prevedono il riconoscimento dello stato di crisi, la proroga delle concessioni degli impianti con la sospensione dei canoni, il differimento delle scadenze fiscali e contributive. In una seconda tranche, si studia un «Fondo Salva Calcio», per il quale la Figc destinerà risorse destinate alla ripartenza dei club in crisi di liquidità e che vedrà coinvolti altri protagonisti del mondo del calcio. Il Fondo servirebbe come sostentamento concreto per finanziare la tenuta in sicurezza e la ripartenza delle società in crisi di liquidità. Gravina ha sostenuto la necessità di tornare a confrontarsi a breve su altri argomenti caldi: il riallineamento della scadenza degli adempimenti Covisoc, l'adeguamento degli adempimenti per le licenze nazionali e la rinegoziazione a termine dei contratti sportivi e amministrativi di primo livello.
Prima della riunione, il n.1 del calcio italiano aveva espresso la opinione su un altra questione delicata, relativa alla prossima stagione se il campionato attuale dovesse definitivamente saltare e ci fosse uno stop alle retrocessioni: «Una serie A a 22 squadre sarebbe ingestibile - afferma - Di ipotesi ne sono state fatte tantissime ma la stella polare sono le nostre norme e non è facile modificare il format dei campionati.
Inoltre, con un Europeo spostato al 2021 bisognerebbe chiudere tutto entro maggio. Mi chiedo come sia possibile». Serie A a parte, Gravina è preoccupato «per tutto il calcio, specie per il mondo dilettantistico, un settore che rischia di perdere oltre tremila società: un vero disastro». La Fifa intanto si sta muovendo e il presidente, Gianni Infantino, ha cominciato a parlare con l'Eca e l'associazione mondiale calciatori FIFPro per individuare soluzioni condivise sia sul tema della riduzione degli ingaggi, sia su quella della scadenza di contratti al 30 giugno, perchè l'idea è di fare un tentativo per concludere comunque la stagione, giocando almeno anche a luglio, dando priorità alle competizioni nazionali.