Una partita doppia. Una vigilia tesissima. Da una parte la Salernitana che oggi pomeriggio si gioca a Pescara la promozione in serie A (a distanza di 23 anni dall'ultima volta) nell'ultima gara della regular season e dall'altra la vile aggressione subita la notte scorsa dalla figlia dell'allenatore del delfino, Gianluca Grassadonia (salernitano doc ed ex calciatore granata) sotto la propria abitazione ad opera di alcuni teppisti proprio a Salerno.
La ragazza Paola, appena 18enne, è stata “minacciata e aggredita con spintoni e calci affinché il papà capisca”, lo ha denunciato via social la madre, Annabella Castagna, moglie del tecnico del club abruzzese già aritmeticamente retrocesso in terza serie. Poi è arrivata anche le denuncia ai Carabinieri da parte della ragazza che ha raccontato ai militari di essere stata spinta e strattonata da due individui che a volto coperto (da cappuccio e mascherina) ed in dialetto avrebbero riferito alcune espressioni e minacce riferite alla gara di domani tra Pescara e Salernitana.
«E' una vergogna. Mia figlia è stata strattonata e presa a calci. Adesso basta. I miei familiari prenderanno un taxi e andranno via, anzi scapperanno via. Li aspetto in Abruzzo. Basta, adesso basta». Il vile gesto di un paio di cani sciolti è stato immediatamente stigmatizzato dalla Salernitana Calcio con un comunicato e via via da tutta la Salerno civile, sportiva e istituzionale. In primis dal sindaco, Vincenzo Napoli. «Un abbraccio alla famiglia Grassadonia. Auspichiamo un rapido e chiaro accertamento di fatti e responsabilità. Non permetteremo a nessuno d'infangare Salerno e di oltraggiare la civile e corretta passione granata confondendola con il gesto di qualche isolato sconsiderato».