Tensione Juve Stabia:
lascia l'amministratore unico D'Elia

Tensione Juve Stabia: lascia l'amministratore unico D'Elia
di Gaetano D'Onofrio
Sabato 23 Maggio 2020, 13:35 - Ultimo agg. 14:58
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Una lunga lettere di dimissioni, nella quale ripercorre, passo passo, il suo percorso da Amministratore Unico e vice Presidente della Juve Stabia. Alla fine Vincendo D’Elia lascia il club stabiese, a chiusura della lunga diatriba con parte dei dipendenti del club, la rottura con parte della tifoseria che l’aveva contestato nella gara contro il Trapani e, ieri, con uno striscione all’esterno del Menti: “È un giorno triste – queste le sue parole -. Mi vedo costretto a rassegnare le dimissioni dalla carica di amministratore unico della Juve Stabia. Mi vedo costretto, per l’appunto, in quanto la vicenda che mi riguarda è diventata - mio malgrado - centrale in un contraddittorio, al quale sono estraneo, tra i due soci che nei giorni scorsi ha raggiunto toni inaccettabili rispetto ai quali ritengo opportuno prendere le distanze. Lo faccio per il bene della Juve Stabia, società alla quale mi sento intimamente legato dopo un anno di lavoro instancabile, e dei tifosi che non meritano affatto di vivere situazioni di incertezza per la loro squadra del cuore. Quest’anno di passione è stato infangato da ignobili menzogne che troveranno la giusta risposta nei fatti e, certamente, non nelle illazioni portate alla ribalta ed all’attenzione della città senza alcun contraddittorio, dal quale mi sono sempre tenuto distante per non accalorare gli animi e lasciare l’ambiente sereno anche quando, ingiustamente, una curva, su notizie non veritiere, è stata indotta a contestarmi. Falsità costruite ‘ad arte’ per meri fini opportunistici, per demolire un percorso virtuoso che, a questo punto, va necessariamente interrotto”.
L’amministratore prova a raccontare la sua versione dei fatti, in merito, soprattutto alla rottura con i dipendenti del club, ed in particolare con lo storico segretario, Lello Persico: “Sin dal giorno della nomina, ho profuso impegno ed abnegazione, per dare alla società una struttura moderna e professionale (altro che dilettantismo...), dotandola di consulenti di comprovata esperienza e integrandone il personale esistente con poche, ma strategiche, risorse umane di esperienza e valore. Nessuno dei precedenti collaboratori è stato mai allontanato, questo ci tengo a sottolinearlo. Affermare il contrario vuol dire mentire. Né, tantomeno, lo stesso segretario Persico, figura storica della famiglia Juve Stabia del quale si è pretestuosamente fatto un gran parlare, potrà giammai confermare che è stato licenziato o invitato a dimettersi. Anzi: l’unica opzione reiteratagli più volte, è stata quella di affiancargli un adeguato supporto visto che, da solo e con un’abnegazione senza pari, si trovava a ricoprire una miriade di funzioni che andavano necessariamente ripartite per sgravarlo dalle troppe incombenze. E tutto ciò, ricordiamolo, in una società di Serie B, con un fatturato importante e 50 dipendenti tra area sportiva ed amministrativa. Una società nella quale era impensabile continuare ad agire con improvvisazione. La mia storia umana e professionale ed i risultati conseguiti sul campo non possono essere certamente intaccati dalle menzogne, solo raccontate ma non supportate dai fatti, mandate in pasto agli ignari tifosi solo per ripercorrere il copione oramai noto di eliminare qualsiasi figura integrativa in un’organizzazione oramai obsoleta, non più al passo con i tempi e con il prestigio di una categoria da consolidare e mantenere ad ogni costo. Purtroppo, con il passare del tempo ho dovuto constatare che ogni figura aggiuntiva a quelle esistenti - per quanto sia necessaria - è considerata di disturbo ad una gestione patriarcale e monocentrica”.
Il futuro sarà lontano della Juve Stabia: “Ho provato a dare organizzazione ed immagine alla società, a preparare il campo per una permanenza duratura nella categoria, foriera di risultati sempre migliori.
Ho consolidato i rapporti con le Istituzioni locali e federali. Ho preparato il campo per proiettare la Juve Stabia in un parterre internazionale. Il lavoro svolto non è stato capito e non può essere completato.
Non ho potuto far breccia nei cuori dei tifosi, cui per primi va dato conto, falsamente informati ed oggi, giustamente, preoccupati ed insoddisfatti. Non sono riuscito nella mission e, pertanto, abbandono il campo.
Rassegnare le dimissioni ne è necessaria ed ineluttabile conseguenza, atto dovuto ed irrevocabile. Per responsabilità, per amore della squadra e, soprattutto, per il dovuto rispetto che meritano i tifosi, proprio loro.  Spero fortemente, per il bene della società, dello staff tecnico, della squadra, dei tifosi - cui comunque va il mio ringraziamento per l’anno intenso ed emozionante vissuto insieme - e dei cittadini stabiesi tutti, che i soci trovino - alla luce della mia uscita - un nuovo equilibrio apportando le necessarie urgenti risorse organizzative e finanziarie senza le quali si aprirebbe una parentesi disastrosa ed irreversibile per le sorti del club”.
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