L'Avellino torna in campo:
via alle prime sedute individuali

L'Avellino torna in campo: via alle prime sedute individuali
di Marco Ingino
Mercoledì 3 Giugno 2020, 10:00
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Rientrati tutti in Irpinia per prepararsi ad affrontare la titanica sfida dei playoff, da questa mattina i calciatori dell'Avellino torneranno a correre come dei lupi solitari. Ad osservarli e guidarli, mantenendo la debita distanza di sicurezza che proverà ad annullare con la sua voce e il suo dinamismo, ritroveranno Eziolino Capuano. L'allenatore di Pescopagano, più deciso che mai a giocarsi una chance che si è guadagnato sul campo, ieri mattina si è riunito prima con il suo staff e poi con la dirigenza allo scopo di predisporre il programma di lavoro. In realtà, accusando l'Avellino un colpevole ritardo rispetto ad altre società come la Ternana e il Catanzaro, ipotetici avversari del primo turno, e dello stesso Potenza, squadra che i lupi incroceranno in caso di passaggio alla fase successiva, si sta provando a non perdere una settimana o quasi di lavoro predisponendo, come da protocollo, solo degli allenamenti individuali. Precettata la palestra del Country Sport, dove una decina di atleti hanno già trascorso la quarantena, la società biancoverde ha prenotato turni anche in altre strutture ginniche cittadine al fine di consentire a tutti gli atleti di riprendere gradatamente contatto con l'attività agonistica. Un lavoro individuale, con doccia rigorosamente presso le rispettive dimore, che andrà avanti per almeno cinque giorni dal momento che test e tamponi non arriveranno prima di domani. In questo caso a mettere il bastone tra le ruote alla macchina organizzativa è stata una direttiva del governatore Vincenzo De Luca che ha vietato tamponi e test in strutture private della regione Campania.

A differenza del Potenza, che ha ottenuto l'immediato supporto della Regione Basilicata, anche per bruciare i tempi di attesa l'Avellino è stato invece costretto ad adoperarsi per acquistare i 900 tamponi che occorrono da fornitori lucani e molisani. Di conseguenza, come spiegato dallo stesso presidente D'Agostino, al Partenio-Lombardi non si tornerà a lavorare, si spera già in branco, prima di domenica o al massimo lunedì. Al rientro nella loro tana, i lupi troveranno dei percorsi obbligati, delle docce singole e ambienti costantemente sanificati con un responsabile sanitario chiamato a misurare costantemente la temperatura corporea a Morero e compagni. Disagi e preparativi comunque comuni a tutti i club di Lega Pro. Non a caso in molti si sono accodati all'appello di Eziolino Capuano affinché il Consiglio Federale accetti di far slittare la prima partita della serie C al 5 luglio invece del 28 giugno. Una richiesta di posticipo che è anche motivata dal rebus dei contratti da rinnovare ai calciatori. A differenza delle altre squadre, che hanno la maggior parte dei tesserati vincolati in maniera pluriennale, l'Avellino ha infatti anche l'handicap o la fortuna, dipende dai punti di vista, di avere in questa fase sotto contratto solo Parisi, Ferretti e Federico. Un bel grattacapo per Di Somma e Giovanni D'Agostino che prima di sedersi al tavolo con gli agenti, con l'obiettivo di rinnovare il rapporto di lavoro solo per i mesi di luglio e agosto, attendono indicazioni dal Consiglio Federale. Ieri sull'argomento è intervenuto Umberto Calcagno. Il vice presidente dell'associazione italiana calciatori ha lanciato l'allarme facendo riferimento proprio alle società di serie C come l'Avellino: La Fifa- ha detto- è stata molto chiara nel concedere la proroga ai contratti e noi l'abbiamo attuata. Diversa è la proroga di un tesseramento essendo lavoro subordinato. Credo che anche la Federazione possa dare delle linee guida, ma non credo si possa poi incidere in rapporti privati. Si potrebbe normare magari sui calciatori in scadenza che non hanno ancora nuovi contratti. In una situazione di questa gravità dobbiamo cercare di non falsare i campionati ma non sarà semplice. Per le categorie inferiori mi è piaciuto l'approccio della Serie B che si sta organizzando per ripartire il 20, mi dispiace invece per la Serie C che è in netto ritardo. È stato un errore imperdonabile dichiarare chiusa la stagione un mese fa perché ora rischia di non essere pronta per una ripartenza dei campionati.
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