Avellino, Capuano esaltato:
«Non c'è stata gara»

Avellino, Capuano esaltato: «Non c'è stata gara»
di Annibale Discepolo
Giovedì 27 Febbraio 2020, 09:37
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Il gol di un ritrovato Albadoro esorcizza un derby che pareva stregato per i lupi. Dieci nette occasioni nel primo tempo, purtroppo non capitalizzate, non facevano ben sperare fino alla rete liberatoria.
«La mia onestà intellettuale - esordisce Capuano - mi ricorda di aver detto proprio qui 48 ore fa che avremmo battuto la Paganese, indicando anche l'autore del gol. Dico che non c'è stata mai partita: fosse finita 5-0 sarebbe stata cosa buona e giusta. Ringrazio forte i ragazzi: anche se fidavo in loro, non immaginavo una prestazione del genere. Dopo tre giorni di battaglia, ridiscendere in campo e combattere così, è da piccoli eroi. Mai una palla lunga, sempre fraseggi stretti, giocate importanti senza mai subire. Un lavoro certosino di un gruppo che ho il piacere e l'onore di allenare, che qualche volta tratto anche male, ma solo nel suo interesse. Mi spiace per una cosa sola che il mio popolo, la mia gente non abbia potuto assistere ad una gara così, un grande spettacolo di generosità, applicazione, cuore e gambe ed anche altro».
«Certo, la si poteva chiudere prima - prosegue l'analisi Capuano - ci siamo divorati cinque o sei gol, ma francamente mi sarei aspettato un avversario più reattivo, dimostratosi invece troppo remissivo, a tratti rinunciatario, cosa però dipesa dai nostri meriti, dal nostro ritmo indiavolato che non ha consentito loro di chiuderci le giocate. Ricordo a tutti che nelle ultime dodici gare, ne abbiamo perse due nei finali a Catania e Teramo e lasciamo stare come. E allora dico che non è facile per nessuno giocare contro di noi; non mi lamento per le assenze: oggi sette, ma probabilmente, anzi sicuramente il mio Avellino è stato troppo forte». Oggi s'è trattato d'una sorta di spareggio per entrambe le squadre. «La Paganese schierava gente fortissima: Cail, Diop, Capece ma, ripeto, bravi noi, anzi bravissimi: la differenza l'ha fatta la voglia, la qualità dei singoli e delle giocate», continua sulla scia del motivo di Tiziano Ferro «La differenza tra me e te», solo che in questo caso, Eziolino Capuano l'ha capita fino in fondo veramente bene la verità. «Poteva finire anche 0-0, ma sarebbe stata una beffa indigeribile; aggiungo che se si dovesse parlare solo di campo, dovremmo finire tutti negli annali di calcio, invece si titola altro rispetto a questi ragazzi che, ed uso un eufemismo, si spaccano le reni e pure altro. L'importante è che li incoraggi io; loro giocano un calcio d'altra categoria: bravi, bravissimi, creiamo all'inverosimile, nelle ultime tre gare non abbiamo mai preso gol, viviamo una grande condizione fisica», insiste Capuano, bravo ad isolare la squadra dal contesto ambientale: «Scendiamo in campo con l'elmetto e la spada per giocarcela contro tutti. Siamo quasi salvi a 10 giornate dalla fine ed il merito è di chi ha preso e costruito questo gruppo dall'inizio ad oggi (e guarda Di Somma seduto in sala stampa, ndr). Affrontarci è difficile per tutti, siamo una scheggia impazzita cui tutto è possibile: devono toglierci solo il pallone perché faremo guerra, calcistica, contro il mondo. Per vincerla e gustarla meglio però auspico, che ritornino in 7-8mila allo stadio: il deserto mi addolora».
Poi complimenti ad Albadoro: «Son contento per lui; i giocatori vanno aiutati e solo l'allenatore può farlo, lui ha capito ed è ritornato». Considerazione condivisa anche da Laezza, aspettando, come il mister il big match di domenica al San Nicola col Bari. «Vado a casa e ci lavoro, con i miei collaboratori lo studieremo anche se non sarà facile contro una squadra faraonica, ma di certo non saremo la sua vittima sacrificale».
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