Avellino, D'Agostino paga gli stipendi:
200 mila euro per gennaio e febbraio

Avellino, D'Agostino paga gli stipendi: 200 mila euro per gennaio e febbraio
di Marco Ingino
Domenica 15 Marzo 2020, 10:00
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In un quadro generale da profondo rosso per le catastrofiche ricadute economiche che sta avendo il Coronavirus soprattutto sui club di terza serie, con il recente avvento del gruppo D'Agostino, l'Avellino calcio è riuscito almeno a scacciare la paura della scadenza di domani relativa al pagamento degli stipendi. Malgrado lo slittamento al 16 e al 30 aprile per il versamento delle ritenute Irpef, dei contributi Inps e fondo carriera dovuti in favore dei tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo, con contratti ratificati comunicato, infatti, il comunicato 180/A ha imposto lo stesso il saldo del netto ai calciatori per il bimestre di gennaio e febbraio 2020. Una scadenza non procrastinabile con tanto di pena, indicata nello stesso comunicato dello scorso 10 marzo, di 2 punti di penalizzazione da scontare nella stagione in corso secondo quanto previsto dal codice di giustizia sportiva. Anche per questa ragione, senza affidare le speranze al maxi decreto del governo o a un provvedimento in extremis per la giornata di domani della Figc, il presidente Angelo D'Agostino ha dato mandato al figlio Giovanni e a quanti lavorano in segreteria di procedere lo stesso al saldo delle spettanze per un esborso che ha comunque superato i duecentomila euro. La cifra, in parte coperta con l'aiuto degli sponsor comparsi domenica scorsa sulla maglia dei biancoverdi in occasione della sfida vinta contro la Ternana, è stata leggermente superiore a quella da versare ai tesserati perché nel frattempo c'è stato bisogno di sbloccare (nel vero senso della parola ndr) il conto della società che, aggredito da alcuni creditori delle precedenti gestioni, si era colorato di rosso. Effetto questo di un altro tipo di emergenza che i tifosi irpini possono rallegrarsi di aver superato a differenza di quelli di altre società. Diversi, del resto, sono stati anche ieri i club di terza serie che hanno bussato alla porta di Francesco Ghirelli e della sua vice, Cristiana Capotondi, per chiedere un provvedimento ad horas: Le prime partite a porte chiuse e lo stop del campionato hanno già dato i loro risultati negativi - ha ammesso la seconda carica della Lega Pro. Da parte nostra stiamo facendo il massimo monitorando la situazione. L'aver ottenuto lo slittamento ad aprile di alcune scadenze è già stato importante, ma a questo punto sarà necessario parlare nuovamente con il Governo. Il presidente del Rimini mi ha parlato di cassa integrazione per i calciatori. Non mi sento di escludere nulla. L'argomento economico, come prevedibile, sta tenendo piede in tutto il movimento anche perché una squadra di calcio ha anche altre spese a cui far fronte. L'Avellino, ad esempio, entro le prossime due settimane dovrebbe versare pure la terza rata di 144mila al tribunale per l'acquisto del club da parte dalla Idc e 104mila nelle casse comunali per canoni arretrati. Scadenze che, in virtù degli attuali decreti, sono destinate a slittare o essere mitigate anche perché la ripresa, non solo degli allenamenti, appare destinata ad allontanarsi bel oltre il 20 marzo. Con i casi da Covid-19 che in serie A si stanno succedendo a ripetizione, nelle ultime ore c'è stata la dura presa di posizione dei medici sportivi e della stessa Lega che con la Fifa e l'Uefa. Organismi del sistema mondiale che stanno ipotizzando per la massima serie (ma potrebbe valere pure per le altre categorie) un calendario che riparta il 2 maggio, a porte chiuse, e si chiuda il 28 giugno con porte aperte per i tifosi. Scenario sempre più probabile specialmente dopo che ieri sera il presidente dell'Associazione Calciatori, Damiano Tommasi, ha firmato una durissima nota indirizzata ad alcune società (quasi tutte di Lega Pro) che hanno convocato gli atleti: In alcuni club professionisti - ha scritto l'ex calciatore della Roma- si sta verificando una situazione paradossale. Nonostante l'intervento del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ci rattrista e indigna registrare un comportamento scriteriato e fuori dal contesto nazionale e internazionale di alcune società calcistiche, che si ostinano a convocare gli atleti per allenamenti in piccoli gruppi o, peggio ancora, per il controllo quotidiano della temperatura in maniera vergognosa, irresponsabile e irriguardosa verso chi ci intima di restare in casa. Questi presidenti o vivono su Marte o sono privi di dignità. Tommasi ha anche fatto intendere che la ripresa dei soli allenamenti, nella migliore delle ipotesi potrebbe slittare a dopo Pasqua.
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