Avellino, difesa ad assetto variabile: contro il Taranto Rastelli in emergenza

Tra infortuni e squalifiche lo schieramento arretrato ha subito più variazioni

Avellino, difesa ad assetto variabile
Avellino, difesa ad assetto variabile
di Marco Festa
Giovedì 23 Marzo 2023, 09:17 - Ultimo agg. 16:21
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Trentatré partite di campionato in archivio. Se non è ancora tempo di bilanci, di certo non mancano i dati per provare ad andare tra le pieghe del rendimento dell'Avellino: continuo, sì, ma nella sua discontinuità.

Nel corso della stagione, che corre mestamente verso il termine, con il rischio di andare in vacanza senza neppure prendere parte ai playoff, i biancoverdi hanno giocato 6 volte con la difesa a tre, su cui è stato improntato il mercato estivo, ed altre 27 con quella a quattro.

Linee del pacchetto arretrato che si sono alternate davanti a Pane (19 presenze, 25 gol subiti e 5 clean sheet, ora a riposo precauzionale) e Marcone (14 partite disputate, 16 reti incassate, 4 volte con la porta inviolata).

Numeri che vanno oltre la mera statistica ed assumono un valore significativo considerando un dato, che si è consolidato ulteriormente domenica scorsa contro il Picerno: quello degli interpreti alternati. 

Rotazioni vertiginose e tutt'altro che sporadiche, complici infortuni e squalifiche.

Contro i lucani, l'Avellino è stato schierato con la quindicesima retroguardia inedita dell'annata: Ricciardi, Auriletto, Benedetti, Tito. 

Oltre gli errori individuali, la quadratura del cerchio nel reparto è tornata a essere un rebus indecifrabile mentre per la trasferta a Taranto appare scontata l'ennesima assenza di Aya, alle prese con la solita formazione di liquido nel ginocchio destro, ed è in forte dubbio la presenza di Benedetti, ai box per le noie al ginocchio sinistro rimediate quattro giorni fa in uno scontro di gioco con Marcone. 

Martedì scorso, a porte chiuse, nel corso di una lunga sessione video è stato analizzato cosa non ha funzionato contro il Picerno. E mettere la lente di ingrandimento sulle azioni che hanno portato alle marcature degli ospiti permette di capire in maniera ancor più evidente che se si incassano gol la colpa non è solo di chi gioca là dietro.

Quando il debuttante Sottini si è proiettato nella trequarti avversaria, spinto da un eccesso di generosità, nessun centrocampista è andato in copertura preventiva ponendo le basi per il contropiede quattro contro due capitalizzato da Santarcangelo.

Nel momento in cui D'Angelo ha fatto posto a Tounkara, la mancanza di filtro in mediana ha creato lo squilibrio che ha permesso a Gallo di essere costantemente smarcato, fino a mettere dentro il pallone fatalmente deviato alle spalle di Marcone dallo stesso Sottini. Tant'è. Come sempre non serve a nulla piangere sul latte versato.

L'auspicio è che l'esperienza negativa torni (finalmente) utile già in Puglia contro Eziolino Capuano e il suo personalissimo corto muso: 14 punti in 14 partite con due soli gol realizzati. 

Il rientro dalla squalifica di Moretti, con cui Rastelli si è fermato a lungo a parlare nel primo giorno di allenamenti settimanali, a porte aperte prima di chiuderle, da ieri, permetterà con ogni probabilità di rivedere insieme il quartetto difensivo finora più rodato: Rizzo (favorito su Ricciardi), per l'appunto Moretti, Auriletto e Tito, che se fossero impiegati insieme lo sarebbero per l'undicesima volta dall'inizio.

Di più, contemporaneamente titolari, hanno finora giocato solo Ricciardi, Moretti, Benedetti e Tito (3 volte); Ricciardi, Moretti, Aya e Tito (3 volte); Ricciardi, Moretti, Aya e Auriletto: 3 volte di fila nel corso della gestione Taurino. Quel Taurino che, a differenza di Rastelli, ha potuto contare in mediana per 6 gare su 8, prima dell'esonero, su Dall'Oglio. Il centrocampista è sempre impegnato in terapie per superare il fastidioso e invalidante edema osseo al tallone destro che gli impedisce di essere a disposizione.

A tal proposito, dopo aver subito le ripartenze micidiali del Picerno occhio a quelle del Taranto che andrà attaccato, sì (Di Gaudio si candida a rilevare Trotta per completare il tridente con Marconi e Russo), ma senza perdere (di nuovo) le giuste distanze tra i reparti. 

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