Avellino, l'ombra di De Cesare:
ha il diritto di recompra fino a ottobre

Avellino, l'ombra di De Cesare: ha il diritto di recompra fino a ottobre
di Titti Festa
Venerdì 29 Maggio 2020, 11:30
3 Minuti di Lettura
Una provocazione o una semplice risposta ad una domanda che tutti si pongono dallo scorso dicembre. Da quando l'Avellino, allora nelle mani di Gianandrea De Cesare passò in quelle di Luigi Izzo e Nicola Circelli. Il famoso diritto di recompra o call, come dir si voglia, che rischio rappresenta? Davvero l'ingegnere napoletano che, nell'estate del 2019, ha messo in ginocchio lo sport irpino può tornare sulla cresta dell'onda e rimettere le mani sul calcio?

Sulla carta potrebbe succedere, ma nella realtà ci vorrebbe un Tom Cruise in versione Mission Impossible perché quello che è un accordo scritto si trasformi in realtà. Lo sa bene anche Angelo D'Agostino al quale in realtà questa famosa call non è mai andata giù. Anzi ha rappresentato, sin dall'inizio della trattativa che lo ha poi portato a diventare il nuovo proprietario del club biancoverde, un ostacolo. Non insormontabile ma certo fastidioso.

Come potrebbe essere esercitata lo hanno spiegato un po' meglio ieri da Dario Scalella e da Pierluigi Vasquez, al termine del confronto che si è tenuto in comune con i sindacati, anche se molti particolari restano ancora sconosciuti. Il punto di partenza dell'amministratore delegato della Sidigas è che ora l'Avellino è sano e salvo. Il passaggio delle quote è stato completato nella serata di mercoledì e l'imprenditore di Montefalcione ha saldato tutto con qualche giorno di anticipo, visto che la data di scadenza iniziale era il trenta maggio.

Sono molto soddisfatto - ha affermato Scalella - perché l'operazione è andata a buon fine. Abbiamo fatto l'impossibile per salvare la società di calcio: sappiamo bene che rappresenta il territorio intero, ne è un vanto, e non certo solo la squadra. Abbiamo guardato agli interessi di Sidigas, ma senza perdere di vista l'accordo con gli imprenditori che allora erano Izzo e Circelli. Ora con il trasferimento formale delle quote possiamo mettere la parola fine. L'Avellino è in buone mani e ha un futuro roseo davanti. Ed allora la questione recompra? A spiegarla è il dottore commercialista Vasquez. Entro il 30 ottobre è prevista la possibilità che la società Sidigas Spa e l'ingegnere De Cesare per la sua quota, possano esercitare un diritto di riacquisto dell'intera quota di proprietà del calcio Avellino. Ma ci sono tutta una serie di condizioni da rispettare.

Devono verificarsi una serie di attività tra le quali la possibilità continua Vasquez che il gruppo nel suo complesso abbia risolto e realizzato una parte di attivo tale da consentire un investimento ulteriore. Questo investimento naturalmente dovrà essere valutato all'interno del piano di ristrutturazione, e dovrà tenere conto dello stato di avanzamento di ristrutturazione del debito stesso. Resta comunque un diritto che Sidigas e De Cesare possono esercitare.

La cifra dovrebbe essere intorno ai due milioni di euro ma il piano non è stato ancora approvato, De Cesare è ancora alle prese con tanti problemi giudiziari e con i sequestri (negli ultimi giorni ce ne è stato un altro anche a Napoli ndr) e dunque immaginare che tutto si risolva entro ottobre appare davvero ai limiti del possibile. Lo sa bene Angelo D'Agostino che non vede l'ora di poter ripartire. D'altronde le poche parole contenute nell'ultimo comunicato, dopo l'acquisizione completa delle quote, sono chiarissime.

Oggi si apre un nuovo capitolo che ci vedrà impegnati su più fronti per restituire ai tifosi una squadra capace di emozionare e di onorare al meglio il territorio che rappresenta.

Il momento ora è quello dell'azione dopo l'emergenza Covid e diversi mesi passati a gettare le basi, attraverso una analisi attenta dei debiti e nella risoluzione di tutta una serie di problematiche burocratiche, bisogna costruire. Costruire dal punto di vista sportivo e strutturale: dallo stadio agli sponsor fino alla organizzazione societaria. La parola chiave dovrà essere competenza oltre che investimenti. Con le pedine giuste al posto giusto la strada, forse, per il gruppo D'Agostino sarà meno in salita. 
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