L'Avellino sorride ma non guarisce:
gli attaccanti restano a secco

L'Avellino sorride ma non guarisce: gli attaccanti restano a secco
di Marco Ingino
Lunedì 27 Settembre 2021, 09:53
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Contro il Potenza contava solo vincere e alla fine, di riffa e di raffa, i tre punti sono arrivati grazie ad un tiro di Carriero deviato da Sepe (nessuna parentela con il cardinale), ma soprattutto per un miracoloso intervento di Francesco Forte nei minuti di recupero. Almeno in questo l'acqua santa dell'abate Riccardo Luca Guariglia, spruzzata alla vigilia della gara sull'intero gruppo salito in pellegrinaggio a Montevergine, è stata foriera di una grazia. Per giudicare guarito questo Avellino dai malanni di inizio stagione e dalla sfortuna che continua a perseguitarlo in termini di infortuni, tuttavia, ci vorrà ancora del tempo.

Al di là delle diagnosi del suo allenatore, bravissimo a fare pretattica con allenamenti sempre a porte chiuse, questo Avellino continua a non convincere sotto il piano del gioco non solo perché si è ritrovato con le sue tre ali tarpate (Micovschi, Kanoute e Di Gaudio bloccati da noie muscolari) ed è stato costretto a rispolverare il vecchio e sempre affidabile 3-5-2. Ad un primo tempo tutto sommato discreto, in cui i biancoverdi hanno controllato il gioco andando almeno quattro volte vicini al gol (in due circostanze con D'Angelo, una con Dossena e l'altra con Maniero), nella ripresa Aloi e compagni hanno arretrato troppo il baricentro rischiando in almeno due occasioni (diagonale di poco fuori di Costa Ferreira e girata finale di Ricci smorzata da Forte) di capitolare contro un avversario non certo irresistibile. Insomma, una partita dai due volti con luci ed ombre che continuano ad illuminare ed oscurare gli occhi ai tifosi irpini.

Almeno sotto il profilo del carattere e della solidità difensiva, però, va dato merito ai ragazzi di Piero Braglia di essere tornati su standard accettabili e abbastanza simili a quelli dello scorso anno. Se l'attacco continua a restare a secco, palesando sempre di più l'assenza di un bomber di razza e una vera seconda punta, Silvestri, Dossena e Bove stanno da due partite fornendo prestazioni davvero interessanti che hanno permesso pure a Forte di mantenere la porta inviolata.

I problemi, come detto, arrivano dalla cintola in su dove l'Avellino, pur costruendo tanto, spara sempre a salve o sul portiere di turno. Un vero peccato per un gruppo che, senza l'apporto prolifico di Maniero e degli altri attaccanti, rischia purtroppo di essere una sorta di incompiuta in un girone dove i valori stanno facendo fatica ad emergere. Il pareggio del Bari in casa contro la Paganese, dopo le due vittorie che i pugliesi avevano conseguito in maniera abbastanza fortunosa, la prima sconfitta del Monopoli a Francavilla ed il pareggio del Palermo contro il Monterosi, in attesa del match di stasera tra Catanzaro e Catania, dipingono un quadro a tinte fosche di un raggruppamento C ancora tutto da scoprire. Sarà anche per questo che Angelo D'Agostino e suo figlio Giovanni, al triplice fischio, si sono lasciati andare in una corsa liberatoria verso la Curva Sud.

Un gesto spontaneo ed istintivo innescato dalla loro prima vera partita con gli ultrà sugli spalti, dopo un anno e mezzo di gestione, ma anche da una sorta di sospiro di sollievo per l'ennesimo pericolo scampato. Pareggiare un'altra partita, cosa che poteva purtroppo succedere, avrebbe infatti provocato danni enormi in tutto l'ambiente. Il potere di una vittoria benedetta che è arrivata anche grazie ad un briciolo di fortuna è invece quello di far adesso guardare già alla sfida di giovedì sera contro il Catanzaro con l'ambizione di poter dare una svolta ad un campionato ancora senza padroni. Vincere contro i calabresi, infatti, significherebbe far acquistare sicurezza nei propri mezzi da parte dei calciatori ma anche gettare benzina sul fuoco dell'entusiasmo dei tifosi (soprattutto dei ragazzi della Sud) che si ritroverebbero in massa a seguire la squadra come ai vecchi tempi nella successiva trasferta di Viterbo contro il Monterosi. Insomma, se gli altri continueranno a non correre e l'Avellino avrà la capacità di restare in scia sistemando, strada facendo, una rosa in cui manca almeno una seconda punta e un bomber di razza, il proposito di migliorare il piazzamento dello scorso anno potrebbe non essere più un'utopia.

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