«Sapevamo - dice Massimo Rastelli - di dover affrontare una gara non semplice e così è stato, anche se poi, in effetti è stata molto equilibrata. Soprattutto il primo tempo è da radiografare: nella prima frazione, infatti, abbiamo avuto troppa fretta e frenesia nella gestione della palla. Potevamo e dovevamo fare meglio, essere più lucidi, evitare le ripartenze, poi però siamo stati bravi con il pacchetto arretrato e con i centrocampisti a tappare i buchi. Obiettivamente abbiamo fatto poco e potevamo gestire meglio la palla, ma nel secondo tempo c'è stata una sola squadra in campo, l'Avellino, ma andare sotto a venti minuti dalla fine, in un contesto irreale e senza pubblico e contro un avversario non semplice in cui serviva una grande forza mentale, obiettivamente, ci ha feriti. Una sconfitta che brucia, bravo il Giugliano, ma come minimo meritavamo un punto. Ora si riparte, e dovremo essere bravi ad aggrapparci alla prestazione e non al risultato, altrimenti ci deprimiamo, non crediamo in ciò che facciamo. Serve una vittoria ed un balzo in classifica per poter vedere il futuro in un altro modo ma questo non deve farci deviare dal nostro percorso. Mi dispiace molto per i ragazzi ai quali avevo detto di far attenzione contro un avversario che aveva 17 punti che di sicuro non gli ha regalato nessuno, che conosceva questo stadio, riferimenti, misure e che poi soprattutto giocare a porte chiuse avrebbe costituito le insidie di cui ho parlato anche nella conferenza stampa pre gara. Da uomo di calcio conosco gli aspetti psicologici di ogni singola gara, sapevo che era un derby delicato, ma ora pensiamo alla prossima. Mercoledì si va a Catanzaro, affrontiamo una grandissima squadra; utilizzerò gente fresca per una prestazione all'altezza, cercando di passare il turno perché crediamo in questo torneo.
«Abbiamo iniziato male, loro sono partiti alti, aggressivi e noi non siamo riusciti a dare quello che avevamo provato e riprovato in settimana, vedi le ripartenze; siamo stati un po'confusionari, caotici. A livello personale - ammette Federico Casarini - sono stato un po' pesante: non ero in formissima, ora bisogna però ricaricare le pile a livello mentale.