Avellino, riecco i lungodegenti
Charpentier e Silvestri

Avellino, riecco i lungodegenti Charpentier e Silvestri
di Marco Ingino
Martedì 7 Aprile 2020, 08:50
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Nei giorni di una interminabile quarantena, ci sono due calciatori biancoverdi che stanno continuando ad allenarsi di gran lena perché la sosta forzata gli ha servito un assist involontario. Si tratta di Gabriel Charpentier e Marco Silvestri, rispettivamente attaccante e centrocampista di un Avellino che Eziolino Capuano aveva salutato a malincuore, tra dicembre e gennaio, proprio mentre contribuivano a far volare i biancoverdi con i loro gol e le loro giocate. Un'entrata decisa sul crociato del ginocchio sinistro del francese da parte di un difensore della Sicula Leonzio, lo scorso 8 dicembre, privò Capuano del suo attaccante più prolifico che fino a quel momento aveva messo a segno 6 reti per la gioia del suo agente Giuseppe Cannella. Operato in Francia, il bomber arrivato in estate dalla Lettonia è tornato ad Avellino dove sta seguendo un programma specifico di riabilitazione: Per recuperare un calciatore come Charpentier dall' intervento al crociato - ha sempre detto Gennaro Esposito, medico sociale dei lupi - occorrono tra i cinque e i sei mesi. Calcoli alla mano, pure nella più ottimistica delle ipotesi formulata ieri che parla di una ripresa delle ostilità fissata per il 17 maggio, Charpentier avrebbe qualche chance di partecipare alla parte finale della stagione con l'eventuale coda dei playoff. Ecco perché il francese, che aveva mentalmente già archiviato la stagione, sta in questa fase intensificando sempre di più il potenziamento del suo tono muscolare grazie ad esercizi specifici prescritti dallo staff medico che Charpentier immortala spesso sul suo profilo Instagram. A seguirlo a distanza, con collegamenti whatsapp e la mediazione di Celjak che funge da traduttore (Charpentier parla solo francese e un po' di inglese), è direttamente Capuano che darebbe chissà cosa per ritrovarselo a disposizione, sebbene part time, in un ipotetico rush finale. Se per Charpentier il recupero potrebbe avvenire sul filo di lana, però, per Marco Silvestri si prospetta addirittura più veloce di una quindicina di giorni. Pur essendosi infortunato il 12 gennaio contro la Vibonese, infatti, il centrocampista genovese sta facendo registrare dei grandi progressi ed è in netto anticipo sulla tabella di marcia. Operato a Villa Stuart a Roma, il giovane biancoverde è adesso nella sua Genova dove ha iniziato addirittura a calciare il pallone come evidenziato da un filmato diffuso dall'ufficio stampa del club.
SI CONTINUA A LITIGARE
Se in serie A, però, ieri è stata raggiunta un'intesa di massima su stipendi e ipotesi di ripartenza, in Lega Pro si continua a litigare lasciando invariate le posizioni: i presidenti sono sempre più ancorati all'idea di non scendere più in campo e lo ribadiranno nell'assemblea del 14 aprile; l'associazione calciatori spinge nella direzione opposta. A tal proposito va registrata l'ennesima presa di posizione di Damiano Tommasi: La decisione finale sulla ripresa - ha sottolineato - spetta al Consiglio Federale. Se ci saranno le condizioni per riprendere sarà difficile che si opti per una sospensione definitiva dei campionati. Detto questo, la differenza tra A e Lega Pro è che quest'ultima ha 60 squadre di altrettante città, con sensibilità diverse e soprattutto con la prospettiva che, se si ricominciasse, bisognerebbe rimettere in moto 60 territori che rappresentano tutta Italia. Non sarebbe così semplice. In Lega Pro il problema è che ci sono presidenti che vogliono fermarsi per chiudere i conti adesso e non pagare chi deve essere pagato, cercando di avere dal sistema le risorse per coprire eventuali perdite legate al momento che viviamo. Se così fosse, sarebbe deprimente perché sarebbe questo l'obiettivo primario e non la tutela della salute o la chiusura dei campionati per far trionfare i verdetti sportivi.
A spezzare una lancia per i presidenti e gli stessi calciatori della Lega Pro è stato ieri anche il massimo esponente della LND nonché vicepresidente federale della Figc, Cosimo Sibilia: Il 30% delle società italiane- ha affermato- rischia di fallire. E' un numero enorme.
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