Avellino, un contratto triennale per Perinetti e uscire dalla serie C

Subito da valutare le questioni contrattuali più spinose

Perinetti
Perinetti
di Marco Ingino
Lunedì 29 Maggio 2023, 08:12
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Il mese di vantaggio, concesso quasi come bonus di consolazione per la mancata partecipazione ai playoff, è stato abbondantemente sciupato. La parola programmazione in casa Avellino resta tuttora ancorata a qualche concetto astratto sviluppato, nell'ultima settimana, in diverse telefonate intercorse con Giorgio Perinetti, 72enne esperto operatore di mercato con un curriculum ricco di successi che il prossimo primo giugno, giorno della gara di ritorno tra il suo Brescia e il Cosenza, spera di non macchiare con una retrocessione delle rondinelle.

Comunque vada, sebbene con la variabile di Massimo Cellino non ci sia mai da stare tranquilli soprattutto in caso di retrocessione, l'ex ds di Napoli, Roma e Palermo è in procinto di tuffarsi nella sua nuova avventura. Ad attenderlo c'è un durissimo lavoro che ha già avuto modo di spulciare tramite la mediazione di Ernesto Salvini, dg meteora che ha rimesso il mandato dopo 10 giorni indicando proprio in Perinetti il suo successore.

Un compito abbastanza arduo dal punto di vista tecnico con 29 calciatori a libro paga, molti dei quali indesiderati, e un allenatore tuttora in frizione con la dirigenza e una parte della tifoseria, ma blindato dal contratto.

Intrighi che solo un professionista navigato come Perinetti può essere in grado di sbrogliare con esperienza e ferrea volontà. Questione anche di forti motivazioni che al successore di Enzo De Vito di certo non mancheranno soprattutto per gli incentivi che gli ha proposto il presidente Angelo D'Agostino. Nell'offerta del triennale veicolata telefonicamente, infatti, il presidente ha menzionato dei lauti premi in caso di promozione in B e addirittura in A nel prossimo triennio. Gratificazioni che testimoniano la volontà della dirigenza di lasciare la terza serie quanto prima soprattutto per dare un senso all'investimento del nuovo stadio.

Per recuperare il tempo perduto, ristrutturare la rosa e allestire una squadra vincente servirà comunque anche un budget di spesa sostanzioso che D'Agostino è pronto a definire con Perinetti non appena avrà l'occasione di incontrarlo de visu. Una somma non ancora fissata da mettere nelle mani di chi sarà investito di un ruolo apicale con ampi poteri decisionali. Di conseguenza, sciolto il primo nodo che sarà quello di Massimo Rastelli, Perinetti sarà chiamato ad intervenire a due mani per dimezzare una rosa di 29 calciatori legati al club.

Ostacolo non di poco conto che, la scorsa estate, ha condizionato in maniera negativa il mercato in entrata del predecessore Enzo De Vito. Una esperienza negativa che ha convinto la proprietà a dare carta bianca a Perinetti, chiamato tra una settimana ad assumersi in prima persona la responsabilità di eventuali incentivi all'esodo destinati ad incidere sul budget. Rischio calcolato soprattutto se si pensa che, in almeno cinque casi, non sarà semplice liberare la rosa da spine pericolose per il cassiere. I casi spinosi sono quelli di Ramzi Aya, Vincenzo Plescia, Jacopo Murano, Claudiu Micovschi e Mamadou Tounkara, calciatori con ingaggi oscillanti tra i 120 e 200mila euro che Perinetti proverà a dirottare altrove con l'aiuto dei rispettivi agenti. Assistito dall'avvocato Claudio Parlato, il difensore Ramzi Aya, operato dieci giorni fa al ginocchio con tre mesi di misterioso ritardo, non ha per adesso richieste ma può vantare un legame fino al 2025 con i biancoverdi.

Sono invece in scadenza, ma con ingaggi in aumento per il terzo scatto di anzianità, i rientranti Plescia, Murano e Micovschi per i quali difficilmente si registrerà una permanenza. Il mistero più fitto, tuttavia, riguarda Tounkara. Prelevato in prestito dal Cittadella con obbligo di riscatto fissato a circa 100mila euro, l'ex Primavera della Lazio ha altri due anni di contratto ma anche una difficile collocazione in una squadra che non gioca con due punte fisse. Un bel problema per Perinetti e, dovesse restare, per lo stesso Rastelli che di certo non stravede per il senegalese.
 

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