Avellino, l'incubo attaccanti:
​un solo gol in due partite

Avellino, l'incubo attaccanti: un solo gol in due partite
di Marco Ingino
Lunedì 6 Settembre 2021, 08:36 - Ultimo agg. 13:20
3 Minuti di Lettura

Una sola rete realizzata in due partite, per giunta grazie ad un calcio di rigore alquanto generoso trasformato da D'Angelo. Sarà un caso ma alle prime due verifiche del campo, contro squadre non certo di prima fascia ed imbottite di under come Campobasso e Juve Stabia, l'Avellino ha confermato di non aver risolto il male di attacco della scorsa stagione.
Il reparto individuato questa estate da Piero Braglia e Salvatore Di Somma come il tallone di Achille dello scorso campionato era e resta deficitario anche se a tecnico e calciatori vanno concesse tutte le attenuanti del caso: il settore offensivo, ad eccezione di Maniero con un anno e ancora qualche chilo in più, è completamente nuovo; lo schema (4-3-3) praticamente innovativo e sperimentato solo da una settimana; gli interpreti tutti lontani dalla forma migliore. Insomma, per adesso non è ancora il caso di fare drammi, ma il campanello di allarme suonato in questo inizio stagione non può assolutamente essere ignorato soprattutto perché si rischia di pregiudicare il prosieguo del campionato. Singolarmente e collettivamente Braglia si è infatti assunto delle responsabilità ben specifiche che non ammettono mezze misure. L'aver chiesto ed ottenuto dalla società tre esterni di qualità come Kanoute, Micovschi e Di Gaudio, preferiti ad altri attaccanti con caratteristiche diverse da affiancare ai quattro centrali attualmente in rosa, fa cadere su di lui il peso di alcune scelte che per adesso, relativamente ai 180 minuti giocati, hanno dato solo per la prima mezz'ora di Castellammare l'impressione di essere vincenti.

Pur mancando il gol in diverse occasioni, pecca che non sempre può essere addossata alla componente sfortuna, quanto intravisto inizialmente al Menti lascia comunque immaginare che la squadra abbia ampi margini di miglioramento soprattutto con la progressiva entrata in condizione di Kanoute, Di Gaudio e Micovschi, esterni indispensabili per far volare il nuovo Avellino, in formato zemaniano, ancora più dei gol di Maniero, Plescia e dei giovani Gagliano e Messina. La verità che preoccupa, tuttavia, è che tutti, sia l'allenatore tatticamente che i calciatori fisicamente, sono in colpevole ritardo.

Colpevole perché se si intende davvero vincere il campionato, dopo le vacanze estive, i proclami e il ritiro di Roccaraso, non ci si può presentare a Castellammare con schemi ancora da oliare e una condizione tuttora da perfezionare.

Singolarmente intanto, nella speranza che l'infortunio accorso a Micovschi (che non ha svolto precampionato) non sia grave ma anche che Di Gaudio e Kanoute entrino presto in forma, con i quattro attaccanti centrali bisogna fare attenzione a non fare danni irreparabili. Dopo appena due giornate, del resto, basta immedesimarsi in ognuno di loro per capire che avvertono intorno già la pressione dell'ambiente. L'esempio più eclatante è tutto in Plescia, attaccante sul quale Di Somma e D'Agostino hanno investito con un triennale rilevando anche il cartellino dal Renate. L'ex Vibonese, dopo una prima partita quasi anonima e 19 minuti frenetici e confusionari a Castellammare, si è ritrovato ad essere sostituito ed umiliato durante il primo minuto di recupero da Braglia. Istintiva, anche se mai giustificabile, la sua reazione di disappunto verso lo stesso allenatore. A testa bassa, dopo quasi 75 minuti senza spunti, Maniero è invece rientrato in panchina esattamente come faceva nelle staffette programmate dello scorso anno con Santaniello e Bernardotto. In questo Avellino, purtroppo per lui e la squadra, l'ex Pescara non riesce ancora ad essere un leader ed il bomber che tutti vorrebbero.

Diversamente, ai due under di scorta, che sognano di ritagliarsi uno spazio e diventare davvero dei bomber in Lega Pro, sono stati finora concessi solo pochi minuti utili ai fini statistici ma non certo sufficienti per dire che gli è stata data una chance. Occasione che sicuramente arriverà nel corso della stagione. Nel frattempo, pur non esasperando la situazione, va preso atto della realtà di una squadra costruita per vincere il campionato ma che, dopo due giornate, ha tutti gli attaccanti sull'orlo di una crisi di nervi ed a caccia del primo sigillo.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA