Avellino, il ds De Vito avverte:
​«Non è l'ora dei processi»

Avellino, il ds De Vito avverte: «Non è l'ora dei processi»
di Marco Ingino
Martedì 26 Aprile 2022, 08:25 - Ultimo agg. 27 Aprile, 14:55
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Si riparte per quella che, dopo la sonora batosta rimediata a Foggia, per Maniero e compagni si presenta come una sorta di missione impossibile. Con le percentuali del pronostico crollate in maniera vertiginosa, da questo pomeriggio la squadra biancoverde rientra al Partenio Lombardi per far scattare l'operazione playoff. Un cammino irto di insidie che, essendo arrivati quarti, obbligherà i biancoverdi a sostenere addirittura un turno in più rispetto a quanto fatto la scorsa stagione. Per conoscere l'avversario del quattro maggio, però, bisognerà attendere la festa dei lavoratori quando scenderanno in campo le sei squadre del girone C posizionate tra la quinta e la decima piazza. L'Avellino, dovendo affrontare la peggiore delle classificate alla fase successiva, farà attenzione a chi tra Picerno (10), Monterosi (9), Turris (8) o Foggia (7) accederà al secondo match ad eliminazione diretta della fase a girone. Dovessero Monopoli (5) e Virtus Francavilla (6) rispettare il pronostico ed imporsi anche con un pareggio al novantesimo su Picerno e Monterosi, ai biancoverdi toccherebbe in dote una tra Foggia e Turris. In questo caso ad essere favoriti sono proprio i pugliesi che allo Zaccheria avranno a disposizione due risultati su tre.

Indipendentemente da chi sarà l'antagonista dell'esordio, però, a Carmine Gautieri in questa fase interessa principalmente il recupero di tutti gli effettivi svuotando infermerie e quarantene. Possibilità concreta anche perché Maniero è stato ultimamente risparmiato proprio in vista della post season, Di Gaudio non è stato rischiato a Foggia per un semplice affaticamento muscolare, De Francesco e Chiti hanno avuto un attacco febbrile e Tito si è ritrovato con un contatto diretto positivo al Covid. Recuperi che, al netto delle squalifiche di Aloi (due turni) e Matera (uno), appaiono provvidenziali anche in una ipotetica variante tattica. Da quanto trapelato nel dopo partita a Foggia, del resto, già allo Zaccheria l'allievo di Zeman era pronto a sfidare il maestro varando il 4-3-3. Schema provato e riprovato in settimana ma che, nel giorno della rifinitura, è diventato praticamente inapplicabile per gli improvvisi forfait di Di Gaudio, Tito e De Francesco. Alibi a parte, da oggi per l'allenatore partenopeo non sarà comunque semplice lavorare anche sulla condizione mentale di una squadra contestata in maniera vibrante a Foggia dai 220 ultrà presenti in Curva e derisa dal popolo social. Fratture pericolose con l'ambiente che ieri sera, nel corso della trasmissione Contatto Sport, il direttore sportivo Enzo De Vito ha provato a sanare lanciando un appello all'unità: Non è questo il momento di fare processi e cercare colpevoli ha detto- ma semplicemente di compattarci e trovare soluzioni al problema. Dal 4 maggio abbiamo una possibilità importante da giocarci con una squadra che presenta in organico elementi importanti da recuperare fisicamente e mentalmente alla causa. Quando sono arrivato ho detto che non avevo mai avuto dei singoli così forti. La penso ancora così. Perché allora non provarci?. Un appello accorato ma probabilmente poco sincero. Parole dettate, quasi certamente, più dalla necessità di ricaricare le batterie dell'ottimismo allo stesso gruppo apparso sfiduciato a conclusione del match contro i satanelli che dalla ferrea convinzione di poter arrivare in B dalla porta secondaria: Ho vissuto da collaboratore i playoff contro il Napoli e il Foggia- ha ricordato De Vito - e ho sempre davanti agli occhi il lavoro fatto sulla squadra da Pavarese e Maglione in quei giorni delicati. In entrambe le circostanze avevamo chiuso male la regular season. A Ferrara, dopo il 5 a 1 rimediato dalla Spal, Oddo fu addirittura sull'orlo dell'esonero. Poi sappiamo tutti come è finita. Non lo dico perché sono il direttore ma io in questa squadra e questo allenatore credo ancora. A tal proposito non è mancata la difesa d'ufficio di Carmine Gautieri: Non penso sia un problema di moduli o di tecnico ha concluso- anche perché Gautieri non è mai stato messo in condizione di poter giocare come ama. Maniero, Di Gaudio, Tito, Murano, Plescia, giusto per fare qualche esempio, hanno in questi ultimi due mesi accusato problemi a catena. Prima di giudicarlo mi piacerebbe almeno vederlo all'opera quanto meno in condizioni normali.
 

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