Avellino calcio, i debiti non finiscono
mai: si chiederà una rateizzazione

Avellino calcio, i debiti non finiscono mai: si chiederà una rateizzazione
di Titti Festa
Mercoledì 18 Dicembre 2019, 09:20
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Il lavoro è incessante e senza tregua. Entrare nelle situazioni, capirne le dinamiche, non sconvolgere gli equilibri ma intervenire trovando soluzioni che siano convincenti e positive, anche se prima che si vedano i frutti ci vorrà ancora un po' di tempo. In casa Us Avellino il ritmo è frenetico e le sorprese non mancano mai. Come quelle dei debiti fuori bilancio: una somma che aumenta con il passare dei giorni, difficile capire in questo momento quale sarà quella complessiva. Di certo i conti non tornano e il custode giudiziario Francesco Baldassare, insieme all'amministratore delegato della Sidigas Dario Scalella, sono costantemente informati. Una prima riunione operativa ci sarà a gennaio, quando è prevista la penultima scadenza delle rate da pagare per saldare il milione e trecentomila euro complessivo che ha permesso a Izzo e Circelli di rilevare il club biancoverde. Filippo Polcino, amministratore delegato dell'Us Avellino fa il punto e cerca di mettere ordine. «È chiaro che ci aspettavamo di incontrare delle difficoltà, soprattutto perché consapevoli di essere di fronte ad una società che era reduce da una situazione molto complessa e delicata, precaria, anche se forse non in questa proporzione. Però siamo fiduciosi e convinti che con il lavoro si può davvero sistemare tutto». D'altronde il dialogo con Baldassarre non si è ma interrotto. «I contatti con lui continua Polcino - sono costanti, non ci siamo certi salutati quando abbiamo firmato il rogito notarile. Resta il custode giudiziario e deve essere aggiornato costantemente su ciò che succede, sia riguardo le passività che le possibili attività. D'altronde il pagamento dilazionato aveva proprio questa funzione: i debiti che stanno emergendo, e che non erano presenti nella due diligence iniziale, verranno ridiscussi con Baldassarre e Scalella a gennaio e poi a marzo quando si chiuderà definitivamente tutto l'iter».

Altro nodo da sciogliere è quello dei contratti: qualcuno manca, qualcuno va adeguato e per qualcun altro c'erano promesse, non documentati. «Anche sotto questo aspetto stanno emergendo cose strane però il mio ruolo di amministratore delegato è quello di salvaguardare gli interessi della proprietà e di fare in modo che tutto proceda nel rispetto delle regole. Per questo sottolinea i contratti che ho da come amministratore delegato sono solo quelli ufficiali o depositati in Lega, tutto quello che non è conforme lo riferirò sia alla Procura della Repubblica che a quella Federale. Ad inizio campionato tutto è stato avallato dal custode giudiziario, per questo se ci dovessero essere documenti anomali si tratterebbe di palese violazione della custodia stessa». Se l'impegno quotidiano è costante sono stati i giorni scorsi quelli più stressanti e difficili, vista l'urgenza del pagamento degli stipendi.
«In 72 ore abbiamo fatto quello che solitamente si fa in due settimane: non è stato facile, anzi si è trattato di una impresa titanica. Non solo abbiamo dovuto fare tutti i passaggi di proprietà, la registrazione delle quote e altre cose burocratiche, ma anche aprire i conti correnti e quelli dedicati, fino appunto al pagamento degli stipendi. Bastava un errore anche piccolo per far saltare tutto e beccare la penalizzazione. Per esempio mancava il cedolino di un calciatore: abbiamo dovuto rettificare un F 24, ma fortunatamente ce ne siamo accorti e abbiamo evitato il peggio».
Che ambiente ha trovato Polcino? «Al di là delle sorprese economiche credo che Avellino abbia una fame atavica di calcio. C'è molta attenzione nei confronti della proprietà, fiducia ma anche il giusto distacco viste le tante delusioni dell'ultimo anno e mezzo. La proprietà ha grandi ambizioni e progetti e vuole restare per molto tempo qui. Sul diritto di recompra sono stato chiaro: in realtà il tipo di accordo si chiama call. Che succede quando c'è una telefonata? Si può tanto rispondere e tanto no, dunque non siamo di passaggio». Come saranno divise le quote dei cinque soci ( Luigi Izzo, Nicola Circelli, Andrea Riccio di Innovation Football, Renato de Lucia e un quinto che potrebbe essere Gianni Moneti, ex presidente della Samb) lo scopriremo nella giornata di oggi quando dovrebbe tenersi la conferenza stampa. Da chiarire anche la posizione di Salvatore di Somma. «Uno come lui conclude Polcino per la sua storia, esperienza e per quello che ha fatto ad inizio campionato merita rispetto e considerazione, di certo non può stare in una situazione di incertezza».
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