Avellino, Di Somma si vendica
e fa cacciare Musa

Avellino, Di Somma si vendica e fa cacciare Musa
di Marco Ingino
Domenica 16 Febbraio 2020, 09:47 - Ultimo agg. 14:08
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La resa dei conti è ancora lontana. Per Nicola Circelli, su indicazione di Salvatore Di Somma e di qualche stretto collaboratore, in questa fase è solo tempo di riorganizzazione e vendette trasversali. Ieri, alla vigilia di un match che a parole tutti i protagonisti definiscono «importante per il bene dell'Avellino» la quiete dello spogliatoio è stata minata dall'addio a Carlo Musa. Il direttore sportivo, quasi in concomitanza con la conferenza stampa di Eziolino Capuano, è stato congedato dall'amministratore unico con una lettera di licenziamento che gli era stata preannunciata la sera prima da Filippo Polcino. Convocato al termine dell'allenamento nella stanza di Circelli, il giovane direttore sportivo capitolino si è ritrovato al centro di una scena imbarazzante con Salvatore Di Somma seduto davanti alla stanza del segretario, in attesa della ratifica delle sue dimissioni per prenderne il posto, e l'opinionista Mario Barisano nella stanza dell'amministratore ad attendere l'arrivo dell'imprenditore di San Bartolomeo in Galdo per essere congedato. Con la bocca tappata dal contratto che la dirigenza (quale?) dovrà pagargli regolarmente, Musa ha raccontato il siparietto ai tanti operatori di mercato che ieri lo hanno chiamato per solidarizzare con lui: «Circelli - ha riferito ai suoi colleghi Musa - mi ha detto che purtroppo era costretto a licenziarmi perché la mia presenza era ingombrante per Di Somma ma che lui mi apprezzava moltissimo il lavoro che ho svolto fino all'ultimo minuto pure con l'addio a Karic. L'altro, che non so che ruolo svolga in società, ha invece precisato che il mio licenziamento non era dipeso da lui». Versione che un esterrefatto direttore sportivo ha nel pomeriggio di ieri raccontato pure nella tribuna del Ciro Vigorito da dove ha assistito a Benevento-Pordenone non prima di aver salutato, nel chiuso dello spogliatoio, quel che restava della squadra che nel frattempo era già andata via. Alle 18.10, in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa del club quando ormai Musa era già sulla strada del ritorno verso Roma, è arrivata l'ufficialità: «L'US Avellino - recita la nota - comunica di avere sollevato Carlo Musa dall'incarico di Direttore Sportivo. A Musa vanno i ringraziamenti per il lavoro svolto, in particolare durante la fase di calcio-mercato, e per la serietà e correttezza dimostrate. Già protagonista della vittoria dello Scudetto e del Campionato LND lo scorso anno, a lui il club augura le migliori fortune umane e professionali».

In un clima di calma apparente, però, le vendette trasversali potrebbero riprendere già dopo la partita odierna. In questo caso, con il ritorno di Salvatore Di Somma al comando benché non ancora ufficializzato dal club, a farne le spese potrebbero essere due componenti dello staff di Giovanni Ignoffo che sono sopravvissuti all'esonero del tecnico di Palermo. Si tratta di Daniele Cinelli, attuale collaboratore di Capuano, e Giuseppe Di Mauro, preparatore atletico. Quest'ultimo, già nel primo giorno del ritorno di Salvatore Di Somma al Partenio-Lombardi, è rimasto in sella solo grazie all'intervento di Capuano . Nella sostanza, tralasciando gli episodi contestati, entrambi avrebbero avuto la colpa di aver festeggiato in maniera troppo evidente l'addio a dicembre del dirigente stabiese che, quando arrivò Capuano, non ebbe «il tempo per avvisare Ignoffo dell'esonero facendogli dirigere l'allenamento». In questo clima ufficialmente di «riorganizzazione», ma in realtà di rappresaglia, non possono di certo dirsi tranquilli quanti due mesi fa sono stati ingaggiati da Aniello Martone, con varie funzioni, che sono in procinto di essere nuovamente rimpiazzati da chi era già protagonista nell'era Mauriello-De Cesare.

A riprova che la guerra fredda tra le due fazioni non è affatto finita, va segnalata la presenza in sede di Renato De Lucia. Il socio in quota Izzo al 12,5% è rimasto per l'intera mattinata di ieri negli uffici ad assistere a quanto accadeva informandosi sul ruolo e le competenze di tanti volti nuovi. Incrociando Nicola Circelli, De Lucia ha chiesto lumi anche sul perché del licenziamento di Carlo Musa sentendosi rispondere che «le spiegazioni gli saranno rese in assemblea». Assemblea che però l'amministratore unico non ha tuttora provveduto a convocare anche perché entro domani sera dovrà completare il pagamento degli stipendi a tutti i tesserati e degli F24 relativi alle contribuzioni. In entrambi i casi il manager Filippo Polcino ha garantito che non ci saranno problemi.

Archiviato il procedimento sportivo, infine, a Catanzaro mercoledì prossimo inizierà il processo penale per il caso Money Gate che coinvolse Avellino e Catanzaro per il match promozione dell'era Taccone del 5 maggio 2013. Il processo sportivo si chiuse con l'assoluzione dei club e dei presunti protagonisti della vicenda, tra cui l'ex presidente biancoverde Walter Taccone e l'ex direttore sportivo Vincenzo De Vito, rinviati a giudizio lo scorso settembre per il reato di frode sportiva, assieme all'ex patron del Catanzaro Giuseppe Cosentino, all'ex direttore sportivo dei calabresi Armando Ortoli e all'ex calciatore giallorosso, ora alla Cavese, Andrea Russotto. L'avvocato Sabrina Rondinelli, che difende Cosentino, è intervenuta nel corso della puntata di DB Sport XXL, su DB Radio: Qualche giorno fa ho depositato una lista a difesa di testimoni. Verranno a testimoniare in aula i componenti della società dell'epoca e anche coloro che sono scesi in campo in quella partita, tra cui Fioretti, Masini, Sirignano, Pisseri, Squillace e il mister Fulvio D'Adderio, per dimostrare l'estraneità dei fatti. Dimostreremo quanto già fatto in sede di Giustizia Sportiva.
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