Avellino devastato dallo scontro
tra gli azionisti Izzo e Circelli

Avellino devastato dallo scontro tra gli azionisti Izzo e Circelli
di Titti Festa
Giovedì 30 Gennaio 2020, 08:41
3 Minuti di Lettura
Ogni scusa è buona per continuare ad alimentare la guerra. Una guerra senza esclusione di colpi nella quale il silenzio di Luigi Izzo comincia però a diventare fastidioso e preoccupante.
Sulla scena, per ora, rimane il vicepresidente Nicola Circelli che va in escandescenza ogni volta che Nello Martone gli compare davanti. Lo ritiene il suo nemico giurato e così ha pensato bene di proibirgli di essere protagonista all'Hotel Sheraton di Milano, sede del calcio mercato. In mattinata Circelli è partito con il segretario Tommaso Aloisi mentre nella serata di ieri il primo ad arrivare nella città lombarda era stato il diesse Carlo Musa, sempre più vittima di uno scontro aspro e ridicolo nel quale l'unico a rimetterci sarà l'Us Avellino 1912. Le motivazioni sono chiare. «Di solito si licenzia chi è assunto. Per me Martone non ha alcun ruolo in questa società tuona l'imprenditore sannita visto che non ha neanche un contratto ufficiale. L'unico deputato a fare mercato è Musa, il segretario Aloisi deve preparare i contratti e io firmarli. Tra l'altro non è stato proprio lui a dirmi che dovevo comprare i giocatori? Bene, vado a Milano per fare questo».
In realtà è vero che la nomina di Martone come direttore generale non ha avuto ancora l'ok da parte del cda, che non si è mai riunito, stessa sorte per Filippo Polcino che sta agendo da amministratore delegato del club pur non essendolo. «Se Izzo vuole tenere Martone è un problema suo, non mio, non rappresenta tutta la società, ma solo una parte - dice ancora Circelli - Carlo Musa dovrà scegliere invece i giocatori su indicazione di Capuano e prendersi le responsabilità come ogni diesse fa». E la trattativa con Evacuo c'è stata oppure no? «Finora sono arrivati i calciatori richiesti da Capuano, ma con l'attaccante non c'è alcuna trattativa, a differenza di quello che si dice, e dunque mi è sembrata più una provocazione che altro».
Per chiudere la partita con Luigi Izzo secondo Circelli non servono grandi conti. «Non è necessario riunire commercialisti o professionisti per analizzare la situazione: io per andarmene voglio quello che ho versato sinora. Non voglio fare speculazioni, se poi qualcun altro è interessato a giochetti del genere se ne assume le responsabilità».
NESSUNA REAZIONE
Stavolta Nello Martone, che il prossimo 4 febbraio comincerà il corso di direttore sportivo a Coverciano insieme a Cristian Vecchia, è rimasto in silenzio, come d'altronde Luigi Izzo che sembra sia alle prese con l'allestimento di una cordata della quale farebbero parte il gruppo De Vizia, Marinelli e Matarazzo, con D'Agostino sponsor, il tutto per fare fuori Circelli. Infatti affinché l'operazione vada in porto è obbligatorio che l'attuale vicepresidente e i soci vicini a lui escano per fare spazio agli imprenditori irpini contattati, appunto, dal presidente. Il problema è la cifra chiesta da Circelli, cifra che sarebbe intorno ai 700 mila euro e non ai 70 mila spesi sinora. Quando si deciderà a far capire le sue intenzioni resta tutto da scoprire anche se la strategia potrebbe essere legata alle prossime scadenze.
Entro venerdì prossimo infatti vanno versati i 143 mila alla Sidigas, in seguito, entro il 16 febbraio, gli stipendi e contributi ai tesserati. Per ora a Dario Scalella non è stata fatta nessuna richiesta ufficiale di proroga. «Al momento non ci è pervenuta alcuna richiesta - ha spiegato l'amministratore delegato della Sidigas - da parte del gruppo di Izzo e Circelli. Se succederà occorrono delle motivazioni che spieghino il possibile rinvio che poi prenderemo in esame». E se l'idea di Luigi Izzo fosse quella ci aspettare Nicola Circelli al varco? Ovvero intervenire coprendo tutti i costi a spese sue per poi rivalersi sul socio rilevando le sue quote? Strategia che alla fine lo vedrebbe prendere la maggioranza senza indennizzare l'imprenditore sannita.
Cosa succederà lo scopriremo nei prossimi giorni mentre sui social monta la protesta e il malcontento dei tifosi sempre più stanchi e davvero senza più parole rispetto ad uno spettacolo che offende la storia e la tradizione dell'Avellino, che ancora una volta risulta prigioniera di scontri societari al limite del surreale.
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