Avellino, i tifosi rompono il silenzio:
«Pagliacci! Meritiamo più rispetto»

Avellino, i tifosi rompono il silenzio: «Pagliacci! Meritiamo più rispetto»
di Francesco Guarino
Venerdì 31 Gennaio 2020, 08:35 - Ultimo agg. 11:52
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Al Partenio-Lombardi è tornato il tempo degli striscioni. Non in curva, ma all'esterno dell'impianto. E stavolta ce n'è per tutti: società, Sidigas e tribunali. La tifoseria biancoverde si è riappropriata alla sua maniera degli spazi antistanti alla casa dei lupi, utilizzandoli come cassa di risonanza per lanciare altri due messaggi chiarissimi, nero - e rosso - su bianco. Questa pagliacciata è durata fin troppo. Ponete fine a questo scempio è il diktat che la Curva Sud ha indirizzato a Izzo, Circelli e all'entourage della IDC; Scalella e Baldassarre, la coppia del malaffare è stato invece il messaggio provocatorio rivolto all'amministratore delegato della Sidigas e all'amministratore giudiziario, che negli scorsi mesi hanno lavorato per il passaggio di proprietà dell'US Avellino. È una piazza stanca quella irpina, che dopo anni passati a specializzarsi in diritto sportivo, amministrativo e fallimentare, avrebbe voglia di tornare a sgolarsi solo per un passaggio sbagliato o per un fuorigioco dubbio. «La contestazione è inevitabile - tuona Franco Iannuzzi, polso e termometro del tifo biancoverde - perché ad Avellino queste cose non si sono mai viste. Così in basso non siamo caduti ed è sacrosanto che i tifosi esprimano la propria rabbia». Per chi ha investito tempo e denaro nella squadra della propria città, anche nei momenti più difficili, è sconfortante continuare a vivere in un clima surreale. Sono ormai tre le gestioni societarie consecutive, nel corso di poco più di un anno e mezzo, che hanno diviso i tifosi tra la voglia di continuare a sostenere la squadra di domenica in domenica ed il rincorrersi di notizie di nuove grane societarie. Trapelate ora dai tribunali, ora dalla Co.Vi.Soc., ora dai dirigenti stessi. «Perché anche Scalella e Baldassarre? Sono stati loro - prosegue Iannuzzi - ad aver consegnato la squadra a questa cordata. Avevano il dovere di vigilare sugli acquirenti e di assicurarsi che l'Avellino dovesse finire in buone mani. La nostra non è una squadretta per affaristi o opportunisti, questa piazza merita rispetto». La stanchezza e la delusione si mescolano all'orgoglio: c'è voglia di ricominciare a parlare di calcio giocato e riempire di nuovo le gradinate del Partenio. «A questa gente serve serietà che noi siamo pronti a ricambiare con entusiasmo. Al presidente Izzo - conclude Iannuzzi - ho ricordato poco tempo fa che il Benevento a Castellammare (contro la Juve Stabia, ndr) non è riuscito a riempire neanche un settore ospiti da 800 posti, ed è una squadra che sta lottando per la serie A».
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