D'Agostino: «Avellino da ricostruire
voglio dare una svolta alla società»

D'Agostino: «Avellino da ricostruire voglio dare una svolta alla società»
di Marco Ingino
Domenica 1 Marzo 2020, 09:49
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Sorridente come un bambino che ha coronato il sogno di avere tra le mani il giocattolo tanto desiderato, ma anche euforico ed emozionato come un imprenditore consapevole di aver finalmente raggiunto l'obiettivo che inseguiva da anni.
Poco dopo mezzogiorno, quando è comparso per la prima volta davanti al plotone di giornalisti, che da circa tre ore avevano preso d'assalto la sede del suo gruppo a Montefalcione, Angelo Antonio D'Agostino non è riuscito a nascondere i suoi sentimenti venendo fuori con tutta la sua umanità. Sotto lo sguardo attento della moglie Antonella Gensale, ma anche dei figli Giovanni, Francesco, Lina, Teresa e Simone, che si sono adoperati per facilitare il lavoro di tutti e accogliere consulenti e addetti ai lavori con la massima cordialità persino con la collaborazione del cane Janko, un altro pezzo importante della famiglia che è sembrato compiacersi per il giorno di gloria del patron, il neo presidente dell'Avellino si è presentato parafrasando Massimo Troisi nel suo celebre film «Scusate il ritardo». Stavolta, a differenza delle altre occasioni in cui era andato vicino all'Avellino, il suo sogno da bambino è divenuto realtà: «In passato - ha ammesso - le trattative non si sono mai concluse per qualche intoppo e debito di troppo. Nel momento di concretizzare c'erano sempre problemi troppo vecchi da affrontare, percorsi lunghi e poco chiari. Oggi la società è più giovane e le criticità sembrano risolvibili anche perché c'è stato lo slancio giusto per arrivare all'acquisizione». Il riferimento è ai tifosi con i quali D'Agostino è stato bravo a recuperare il rapporto dopo lo striscione (offensivo o di sprone, fate voi) che gli ultrà gli avevano rivolto: «Ci è voluto tempo - ha detto D'Agostino - Ammetto che non è stato facile, ma ne è valsa la pena anche perché i tifosi ci hanno dato una grande mano a far sì che la crisi fosse superata. È bello vedere tutta questa gente motivata in un contesto come il nostro. Sono sempre stato tifoso e vicino in qualche modo al club, stavolta come gruppo proveremo a dare un contributo più forte e più deciso. C'è davvero grande interesse verso l'Avellino. Devo ammetto che non ne ero pienamente consapevole, ma anche da tutta l'Irpinia il sentimento è forte e manifesto. Stanotte sono stato fino alle tre e mezza a rispondere a tantissimi messaggi ma anche in compagnia di tifosi che sono saliti fin qui. In questo momento posso garantire il massimo impegno nella costruzione di una società seria che saprà arrivare a risultati importanti per il futuro. L'obiettivo è quello di dare una svolta, tornando a far parlare di calcio vero a livello nazionale. Questa è una promessa, da qui partiremo per allargare il discorso al settore giovanile in cui credo molto. La prima squadra resta una priorità, ma è importante che ci sia anche tutto il resto. In questo vi chiedo pazienza e vi ricordo che sono un costruttore. Di conseguenza ho bisogno, come prima cosa, di gettare delle solide basi».
Per farlo D'Agostino non appare intenzionato ad operare rivoluzioni immediate dietro le scrivanie. Almeno nell'immediato non sarà così anche se alcune figure vicine all'ex presidente Claudio Mauriello e alla recente proprietà Sidigas sembrano avere le ore contate: «Costruire un'azienda con strutture, competenze e professionalità, è quello che pensiamo di fare. Per me una società di calcio è uguale alle società che rappresento - ha puntualizzato - Per questo vi dico che non ci sono ancora nomi. Il campionato, in fondo, è in corso, non possiamo stravolgere completamente lo stato delle cose, ma abbiamo in testa una direzione e crediamo sia quella giusta. Polcino e Di Somma? Il supporto del primo sarà necessario in questa fase iniziale, ma lo valuteremo in futuro anche come manager. Di Somma, invece, è una bandiera. Come si fa ad ammainarla? Per adesso è giusto che continui il suo percorso».
Nel per adesso, tuttavia, potrebbe esserci il succo di un progetto che il costruttore del nuovo Avellino spera di realizzare pure con l'apporto di altri imprenditori: «Abbiamo interagito con altri colleghi, ci sono diverse disponibilità. Carlo Matarazzo (Cosmopol, ndr) ci darà sicuramente una mano come sponsor da subito. In futuro possiamo valutare una sua diversa partecipazione in società. Altri si sono dichiarati disponibili ma adesso dalle parole dovremo passare ai fatti». Tra loro non è da escludere anche un futuro coinvolgimento di Luigi Izzo: «Ho conosciuto Luigi nel corso di questa avventura - ha detto D'Agostino - Oggi è al mio fianco, il suo è stato da subito un approccio positivo. Abbiamo sempre discusso e ci siamo confrontati, ho trovato sempre molta disponibilità da parte sua. Il loro problema è stato quello di essere in tanti, molte voci complicano sempre le cose, ma alla fine si è arrivati ad una risoluzione. Il mio invito a rientrare in società gliel'ho rivolto, col tempo magari si realizzerà anche questo». Un punto di incontro, tra imprenditori edili, potrebbe essere lo stadio: «È un obiettivo - ha ammesso - a cui presteremo maggiore attenzione ma non mi sbilancio in questo momento. La questione va decisamente affrontata, senza trascinarla anno per anno. Fa parte del nostro programma».
Due le priorità da risolvere: call o recompra Sidigas-De Cesare e debiti. «La Call - ha detto annuendo - è ancora lì, non è stato smussato nulla. Lunedì firmeremo l'atto definitivo, poi ci occuperemo anche della Call che ci pone in una posizione sfavorevole rispetto al prossimo anno. Non vorrei incardinare una causa infinita tra noi e l'altra proprietà (Sidigas, ndr). Dovremmo trovare un accordo così come fare un piano di azione per i debiti perché rileviamo tutta una serie di acciacchi societari che sono irrisolti e amplificati. Metteremo in ordine prima di tutto questi aspetti e ne faremo una società modello, creando le condizioni per costruire basi solide. Per noi è un onere e un onore perché vogliamo offrire anche uno spettacolo degno ai tifosi che devono tornare allo stadio per il gusto di vedere le partite».
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