Non si accontenta mai. Sarà perché ne ha viste troppe, sia in carriera che nella vita. Ed allora meglio rimanere cauti, non montarsi la testa e lavorare per migliorarsi. Sempre e comunque. Francesco Forte, 29 anni due giorni fa, è molto equilibrato. Misura le parole e non si scompone per le due vittorie consecutive del suo Avellino. Insiste invece che bisogna ancora migliorare.
«Siamo un gruppo sottolinea il portiere biancoverde - completamente nuovo che è cresciuto con il passare delle settimane. Dobbiamo amalgamarci bene, capire e seguire i dettami del mister, lavorare duro e parlare poco. I complimenti lusingano, caricano, come la partenza sprint però guai a cullarsi sugli allori, guai ad immaginare che non ci saranno difficoltà, ostacoli e incognite da affrontare. Tra queste incognite c'è sicuramente il Covid. Il numero uno dell'Avellino non nasconde le preoccupazioni. Ci sono eccome. Noi calciatori non siamo certi immuni ed anche l'aumento dei casi in serie A, e non solo, dimostra che per quanto ci siano controlli, i positivi sono dietro l'angolo. Non a caso il nostro staff medico ci segue e consiglia di limitare al massimo le uscite. Se non per andare allo stadio e a fare la spesa. La quarantena fiduciaria dell'intera squadra, se ci sono uno o più positivi, è davvero complicata ed anche snervante dal punto di vista psicologico. Per ora però la testa è libera e soprattutto carica. I due successi contro Viterbese e Palermo ci permettono di stare sereni, di pensare positivo ed anche di riconoscere che stiamo dimostrando di avere già una nostra identità. Ha ragione però Braglia quando dice che non esistono prime donne, ma solo il concetto globale di squadra. Una squadra fatta di calciatori importanti, giovani di grande prospettiva, talento e soprattutto uomini. Siamo ragazzi perbene e questo non è poco. Ci sarà spazio per tutti visti anche i tanti turni infrasettimanali che ci aspettano.