«Siamo la Juve Stabia, e non la Juventus», ci tiene a precisarlo, ma con orgoglio, Sandro Pochesci, nella conferenza, inedita vista la gara col Crotone di stasera al Menti (21), in cui è stato presentato ufficialmente alla piazza.
Istrionico quanto vulcanico, deciso e convinto di poter dare tanto alla Juve Stabia mettendo in atto le sue idee, il tecnico ha avuto modo di lavorare per due giorni con la squadra, all’indomai del successo di Viterbo: «Ho trovato un gruppo compatto - dice - ma triste. Ma sono convinto che ciascuno dei ragazzi possa dare ancora di più di quanto fatto fino ad oggi. Siamo quarti, con l’ambizione, come tanti altri, di poter scalare ancora almeno un gradino, e di questo ho parlato subito alla squadra. Leader? Nello spogliatoio credo ci siano due o tre calciatori di quelli più esperti che possano davvero prenderla per mano. Abbiamo tanto da dare in questo finale di camionato, possiamo divertirci e divertire, i tifosi, i presidenti, ne sono convinto».
Subito rivoluzione rispetto al 4-3-3 di Colucci, probabile la difesa a 3 con un attacco più spregiudicato, cercando di rivitalizzare quanti fino ad ora hanno deluso: «A Terni – ricorda Pochesci -, chiesi di prendere un calciatore della Juve Stabia finito fuori rosa.
Alla presentazione del tecnico anche il direttore generale Polcino ed il disse Di Bari, che tornano sul mercato: «Dispiace sentire che la piazza è scontenta del mercato - quasi in coro i due dirigenti -, abbiamo in primis cercato di sfoltire con quei calciatori che non trovavano spazio, e che nel contempo ci tenevano bloccati sull’indice di bilancio che ci impediva di fare acquisti. Poi abbiamo imbastito almeno cinque o sei trattative importanti che per vari ragioni non sono andate in porto. Quel che conta, ora, è remare uniti tutti dalla stessa parte. Il progetto, lo abbiamo sempre detto, non si chiude quest’anno...».
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