Le idee non sono affatto chiare e la scelta del nuovo allenatore potrebbe addirittura slittare a fine mese. Il primo ad accorgersi del tentennamento in casa Avellino è stato Roberto Boscaglia che, ieri mattina, è partito alla volta di Milano per incontrare anche altri club che gli stanno facendo la corte. Segnale evidente che la fumata bianca tarda nel quartier generale di Montefalcione tarda ad arrivare semplicemente perché si nutrono ancora perplessità su chi affidare il testimone di Carmine Gautieri.
Situazione comune a tante altre società che, chiamate a programmare con largo anticipo la nuova stagione, hanno a disposizione più tempo per riflettere sul da farsi e scegliere la prima pietra, quella angolare destinata a reggere l'intero progetto tecnico. Di conseguenza i tanti trainer che finora sono entrati in conclave da Papa rischiano seriamente di uscirne nuovamente con la qualifica di cardinale. Eventualità già percepita anche dallo stesso Massimo Rastelli che nel casting era stato nominato addirittura già il giorno dopo l'ingaggio di Carmine Gautieri. Senza scomporsi più di tanto, Enzo De Vito e Giovanni D'Agostino continuano nel frattempo a studiare profili, sistemi di gioco, ma anche a valutare vantaggi e svantaggi legati a possibili candidati. Nella lista, del resto, ci sono sia tecnici con alle spalle discrete esperienze maturate addirittura in A e B come Massimo Rastelli, tuttora legato al Pordenone, Moreno Longo, sotto contratto ad Alessandria, e Roberto Boscaglia, si libera il 30 giugno dal Palermo, sia giovani emergenti come Roberto Taurino, fresco di divorzio dalla Virtus Francavilla, Michele Marcolini, ha un altro anno con l'Albinoleffe, e Roberto Cevoli, in attesa di capire se prolungherà con il Renate.
Sei papabili che, come detto, potrebbero essere avvolti dalla classica fumata nera semplicemente perché ci sono altri allenatori, tuttora impegnati negli spareggi playoff, nel mirino di De Vito.
Nell'analizzare il profilo di Vecchi, che lo scorso anno sfidò l'Avellino con il Sudtirol, sono davvero tanti gli indizi a suo favore ad iniziare dal curriculum che, dopo gli esordi tra Sudtirol, Spal e Carpi in B dove ebbe a disposizione lo stesso Di Gaudio, nel 2014/15 lo ha visto prima trionfare sulla panchina della Primavera dell'Inter e poi sedersi addirittura sullo scanno della prima squadra. Successivamente Vecchi è stato anche alla guida del Venezia in B e del Sudtirol dove in un biennio ha gettato le basi per il successo di quest'anno. Da sempre abituato a valorizzare giovani integrandoli con over da rilanciare come ha fatto quest'anno a Salò con un dinamico 4-3-1-2 in cui, soprattutto nel reparto offensivo, sono state esaltate le giocate di Simone Guerra (13 reti), Luca Miracoli (12) e Davide Luppi (8) ispirati dalle geometrie di Luca Siligardi, l'attuale allenatore della Feralpisalò, sebbene legato da un altro anno di contratto al club bresciano, Vecchi accetterebbe di buon grado la sfida misurandosi con il girone meridionale. E' questo probabilmente uno dei suoi pochi punti a sfavore in questo casting per la panchina destinato a camminare in maniera parallela pure con la lotteria dei playoff che vede l'Avellino nelle vesti di spettatore interessato soprattutto al mercato degli allenatori.